LA GUIDA

Dopo 50 anni la Stella Michelin a Bolzano 

Il riconoscimento al ristorante “In Viaggio” dello chef Claudio Melis. In tutto l’Alto Adige 27 stelle per 20 ristoranti


di Angelo Carrillo


BOLZANO. È il nuorese Claudio Melis col ristorante “In Viaggio” di piazzetta Mostra a infrangere, dopo 50 anni, il tabù della Stella Michelin a Bolzano. Non era più successo da quando il Grifone ottenne la Stella Michelin nel 1967 conservandola fino al 1971 successo che un locale bolzanino raggiungesse l’agognato traguardo. Nonostante il grande numero di ristoranti stellati in provincia, Bolzano era rimasta a bocca asciutta fino a ieri. Tutto cambia ora anche se, la stella a Claudio Melis non è stata una vera e propria sorpresa ma la dimostrazione di un trend che vede il capoluogo sempre più attento alla gastronomia e alla ristorazione di qualità.

Nel complesso il Trentino Alto Adige si conferma una delle regioni con più ristoranti stellati d’Italia in rapporto alla popolazione. Anche se la parte del leone continua a farla la provincia di Bolzano (27 stelle complessivamente e 20 ristoranti stellati) contro le 8 stelle per 7 ristoranti del Trentino. In Alto Adige il re rimane Norbert Niederkofler con le sue straordinarie Tre stelle Michelin. Ai nove tri-stellati italiani si aggiunge in questa edizione della Rossa anche il decimo con Mauro Uliassi di Senigallia. Rimangono cinque i ristoranti con Due Stelle in Alto Adige a partire dalla Siriola di San Cassiano con lo chef Matteo Metullio. Due stelle confermate anche a Terra di Heinrich Schneider di Sarentino, Trenkerstube di Gerhard Wieser dell’hotel Castel di Tirolo, Stafler di Peter Girtler e Jasmin di Martin Obermarzoner. Oltre a Claudio Melis un secondo ristorante guadagna la stella Michelin grazie all’ottimo lavoro di Gregor Eschgfäller del ristorante Astra di Collepietra, un po’ defilato ma di indubbio pregio. Tra i ristoranti con Una Stella Michelin confermato anche Culinaria am Farmerkreuz dei fratelli Manfred e Stefan Kofler di Tirolo. Confermate tutte anche la Stüa di Michil, del Hotel Perla di Corvara, l’eccellente Herbert Hintner che conserva la stella più “anziana” dell’Alto Adige, il ristorante Kuppelrain di Castelbello della famiglia Trafoier. Il Tilia di Dobbiaco, lo storico Schöneck di Falzes e, naturalmente il Sissi di Merano dello chef Andrea Fenoglio. Theodor Falzer della Johannestube di Nova Levante viene confermato, così come il ristorante Alpes del Hotel Bad Schörgau. L’Alpenroyal di Selva di Val Gardena con lo chef Mario Porcelli sempre sugli scudi insieme all’Anna Stuben del Hotel Gardena. Zum Löwen di Tesimo di Anna Matcher si conferma l’unico ristorante stellato a guida femminile in regione. Perde la stella come attesa la Fragsburg di Merano dopo una serie di avvicendamenti di cuochi che ha caratterizzato gli ultimi anni.

Il Trentino, quest’anno, non solo conferma il risultato dello scorso anno (8 stelle per 7 ristoranti stellati), ma aggiunge al suo palmares anche il ritorno della Stella Michelin alla Stube Hermitage di Madonna di Campiglio con lo chef lucano Giovanni D’Alitta. Rinnovata, naturalmente, anche la doppia stella di Locanda Margon della famiglia Lunelli guidata con mano salda e grandissimo talento dallo Chef Alfio Ghezzi.

Stella confermata anche ad Alessandro Gilmozzi del Molin di Cavalese sempre più autore di una cucina di ricerca sulle essenze più rare e insolite del territorio che ha pochi eguali in Italia.

Anche Stefano Ghetta del ‘L Chimpl di Vigo di Fassa conferma la Stella Michelin, così come Malga Panna di Moena, il più antico ristorante stellato della regione (ininterrottamente da 26 anni) con lo chef Paolo Donei che la stella la conserva da quando aveva 19 anni e rimane, ancora il più giovane mai premiato in Italia (a quanto ci risulta). A Madonna di campiglio si ricompone quindi il terzetto di ristoranti stellati con il Gallo Cedrone del Hotel Bertelli e il Dolomieu, che la mantiene nonostante l’uscita dello chef Enrico Crotatti a luglio di quest’anno.

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