Dov'è finita la nostra umanità



Abbiamo due possibilità: girarci dall’altra parte e andare avanti come se niente fosse - cosa che ci riesce benissimo - o stabilire che la morte di Emmanuel è un punto di non ritorno. La prima strada è una nostra specialità: tendiamo a classificare tutto e a decidere che è sempre altro da noi. La morale è in fotocopia: a noi non potrebbe capitare - perché non viviamo lì, perché non siamo ultrà, perché non ci cacciamo in certe situazioni, perché Fermo non è la nostra città e via di alibi e di giustificazioni... - e dunque chiudiamo gli occhi e ripartiamo.
Emmanuel era scappato con la sua donna da tutto. E a tutto era riuscito a sopravvivere: le bombe di Boko Haram che gli hanno sterminato la famiglia, i sette mesi di inferno e di botte, per arrivare a un barcone diretto verso la speranza, mille privazioni, mille dolori. Era arrivato qui, in quest’Italia zoppa, per ricominciare a vivere. Non per morire. Ucciso dal razzismo, dall’indifferenza, dal qualunquismo ancor prima che dalla cieca violenza di Amedeo Mancini. L’odio nei confronti dell’altro, che è sempre un diverso agli occhi di chi non sa guardare o capire, ci avvelena lentamente. Passa dai programmi e dalle sparate di certi partiti e di certi politici ai sorrisi di sufficienza di chi li ascolta, passa dall’apatia e dalla forza del branco a una paura irrazionale. Si insinua dentro di noi. È
un veleno. Che fa dell’indifferenza violenza.
Mentre la nostra umanità, la nostra carità e la nostra solidarietà muoiono in quelle Marche che fino a ieri consideravamo solo belle e operose, mentre le nostre lacrime si seccano in fretta, mentre
si scopre che l’omicida ha già condanne per risse e cinque Daspo (come se uno potesse essere pericoloso solo dentro uno stadio e non nel recinto della normalità delle nostre vite), Tito Boeri ricorda che gli immigrati versano ogni anno 8 miliardi di contributi sociali e ne ricevono 3 in termini di pensioni e altre prestazioni sociali. I contributi per così dire a fondo perduto degli immigrati valgono 300 milioni all’anno. Numeri che chi sa solo odiare non sa leggere.
Numeri che insieme all’umana vicinanza ci devono far dire «mai più». Non può esserci un’altra Fermo. La brutalità dei pochi non può annientarci tutti.













Altre notizie

Attualità