Gli alpini hanno sconfitto ogni critica



Gli alpini vincono sempre. Con il dialogo, con la pace, con la convivenza, con il senso di comunità. L’impossibile, per loro, davvero non esiste. Lo dimostrano questi giorni di festa: a Trento e in un territorio che anche in occasioni come queste riscopre il valore d’essere una regione.

L’adunata - esattamente come quella di sei anni fa a Bolzano, dove ancora s’avverte l’eco di quella festa - ha già trionfato. Travolgendo le critiche: sempre legittime, ma non se sfociano in violenza; non se si trasformano in attentati, in pietre e in parole piene di inutile odio. Fra i perplessi c’è ormai solo chi non riesce a farsi coinvolgere; chi non sa partecipare alla (riuscita) festa organizzata (bene) da “altri”.

Gli alpini - benché la violenza di pochi rischi di far più rumore della gioia di molti - hanno spinto in un angolo persino gli anarchici: i loro assurdi tentativi di far saltare la festa o di prendersi la scena si sono sgretolati di fronte al fiume di persone e d’allegria, di ricordi che di anno in anno si fanno più epici. Del resto, le micce accese in questi giorni dagli anarchici in Trentino sono incomprensibili: fuori dal tempo, lontane dalla storia. E anche alla facoltà di Sociologia - usando slogan fuorvianti, che hanno riempito solo le bocche di chi cerca ogni pretesto per strumentalizzare - hanno perso un’occasione per riempire di senso un dissenso che può essere anche nobile. Hanno già vinto gli alpini. Hanno vinto Trento (che s’è giustamente lasciata travolgere da un caos pieno di rispetto e di allegria) e questo territorio che ha da sempre con gli alpini un rapporto unico e speciale. 













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