La rabbia dei poliziotti italiani: "Stop al blocco dei profughi al Brennero"

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«Chiediamo da subito il ritiro delle pattuglie trilaterali e lo stop immediato al blocco dei profughi al Brennero. La situazione è gravissima, dopo la tragedia del mare, qui rischiamo un tragedia “di terra”». Per “subito” Mario Deriu, segretario del sindacato di polizia Siulp, intende “oggi”. Questa mattina a Bolzano si terrà, infatti, un vertice tra le autorità germaniche, austriache e italiane per decidere se continuare a mantenere le cosiddette “scorte trilaterali”. Le pattuglie formate da agenti dei tre Paesi, che hanno il compito di cacciare i profughi dai treni prima del Brennero per impedire che raggiungano la Germania. «La strage del canale di Sicilia - attacca Deriu - dovrebbe far riflettere tutti. Il blocco del Brennero non ha più senso. Noi poliziotti non riusciamo più a tenere questa gente giù dai vagoni. Dal punto di vista operativo siamo al collasso». Tra poche settimane alcuni uomini della Polfer di Bolzano e Trento verranno aggregati ai servizi di sicurezza per l’Expo. «E la situazione - se possibile - sarà ancora più fuori controllo». Deriu spera che oggi le pattuglie “miste” vengano ritirate ma non si fa illusioni. Troppa pressione da parte di Austria e Germania, e l’Italia in ginocchio costretta a subire. «Vogliono andare avanti a oltranza, e questo in termini operativi e umanitari è un disastro». I poliziotti in servizio sull’asse del Brennero sono sottoposti ad una pressione pazzesca. Sabato e domenica sono state due giornate molto difficili. «In stazione a Bolzano sono arrivati oltre 150 migranti - racconta Deriu -: uomini, donne, anziani, bambini». Fatti scendere dai poliziotti austriaci e tedeschi e mollati come pacchi a quelli italiani. Solo ieri ne sono sbarcati altri 100.Qualche decina di minuti per l’identificazione e poi via, accampati tra i giardini, le sale d’aspetto e i binari. Ad aspettare il momento giusto per saltare su un altro treno e proseguire verso Monaco. Gli agenti della Polfer cercano di aiutare come possono, avvisano le associazioni umanitarie, e poi - in teoria - devono impedire a questa gente di risalire sui treni. «Ma ormai è impossibile. Sono troppi. È arrivata l’onda lunga di un esodo biblico». Le istituzioni sono assenti. Provincia e Comuni voltano la testa.
Cosa sta succedendo Deriu?
«Prendiamo gli ultimi 150 arrivati nel fine settimana, alcuni sono ancora qui che girano intorno alla stazione. Hanno un unico obiettivo: andare a Nord. E provano in continuazione, finchè non ci riescono. È come cercare di bloccare un fiume. L’acqua ti passa dappertutto. Ti travolge. Non vogliono stare in Italia».
E voi non riuscite più a tenerli...
«Ovvio. E come fai? Dovremmo essere un esercito... Siamo troppo pochi. Ne blocchi cinque, e altri dieci salgono da un’altra porta. Saltano sui vagoni da tutte le parti. E se li fermi, ci riprovano il treno dopo. Non riusciamo neanche più a stare dietro alle procedure d’identificazione».
Sta dicendo che le pattuglie trilaterali sono inutili?
«È evidente. Servono solo a tenere buona l’opinione pubblica tedesca. “Vedete? Non li facciamo passare e obblighiamo gli italiani a tenerseli”. Balle. È una finzione assoluta. Un enorme spreco di risorse. Ripeto: i profughi non li fermi. E se continuiamo così, rischiamo, dopo quelle in mare, delle tragedie “su terra”».
In che senso?
«Pur di passare, proseguono a piedi sui binari, si aggrappano ai vagoni. Ne abbiamo già salvati parecchi. E poi ci sono i minori che arrivano da soli. Abbiamo visto dei ragazzini in lacrime abbandonati a se stessi. Che ne è di loro? Non lo sappiamo. È un fenomeno che va governato. Non si può voltarsi dall’altra parte».
Si parla di un milione di persone pronte a partire...
«Questa è gente che attraversa il mare sapendo che può morire. Che scappa dall’Isis, dalle fame, dalle guerre. Troppo comodo scaricare la soluzione sui poliziotti. Ma non ha niente a che fare con i nostri compiti istituzionali. A meno che non si dica chiaro e tondo che scappare per salvarsi la vita è diventato un reato».
Serve una soluzione politica...
«Va data una risposta ai poliziotti in termini operativi e ai profughi in termini umanitari. Va sospeso subito il Regolamento di Dublino III (che prevede che il Paese europeo che si deve prendere carico dei profughi è il primo dove hanno messo piede, ndr), e permettere la mobilità all’interno dell’Ue. Ma adesso. Subito».















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