Laghetti, dopo 4 mesi in piazza torna la tabella 

Il ripristino del nome. È dal 22 febbraio che i cittadini attendono il cartello con “piazza Prati” Il comitato: «Il Comune ha tergiversato a lungo. C’è voluta pure una lettera del nostro avvocato»



Egna. Sono passati quattro mesi, da quella seduta del consiglio comunale in cui è stata revocata la delibera che nel maggio del 2017 aveva revocato la delibera relativa al cambio del nome di piazza Giovanni Prati, a Laghetti, in “piazza della Chiesa”. Solo alcuni giorni fa il Comune di Egna ha ripristinato la vecchia tabella, di fatto, però, lasciando la piazza senza l’indicazione del suo nome per quattro mesi. Il comitato referendario esulta, ma non senza ricordare una certa difficoltà da parte dell’amministrazione nell’attuare pienamente quanto stabilito in febbraio.

La polemica sul consiglio.

Lo scorso 21 febbraio il consiglio comunale di Egna ha votato la revoca della delibera del 2 maggio 2017 sul nome della piazza di Laghetti, delibera votata da Svp e Bündnis Neumarkt. Il 21 febbraio era anche la data fissata per la consegna delle firme necessarie all’istituzione di un referendum abrogativo della stessa delibera del 2017. «Chiaramente siamo contenti che il sindaco voglia abrogare la delibera del 2017 – avevano annunciato i membri del comitato, saputo dell’ordine del giorno del consiglio comunale – Anche se sembra un arrampicarsi sugli specchi, un modo per evitare che ci sia un referendum». Pure Franz Simeoni, di Bündnis Neumarkt, aveva detto che «la soluzione più trasparente sarebbe stata quella di lasciar decidere la gente di Laghetti attraverso lo strumento più democratico che ci sia, cioè il referendum. Una consultazione popolare che già dal giugno 2018, quando la commissione provinciale aveva dato il suo benestare, sarebbe stato possibile fare».

Meccanismi lenti.

Il referendum non c’è stato, ma il consiglio comunale sì. La piena applicazione della revoca avrebbe previsto il ripristino della tabella, oltre a quello della dicitura su schede elettorali e documenti d’identità. Ma per diverso tempo l’impressione del comitato è stata che l’amministrazione comunale tergiversasse rispetto al ripristino della denominazione. All’inizio per una probabile attesa che fosse il sondaggio organizzato dal sindaco Horst Pichler facesse il suo corso e rendesse inutile mettere un cartello che poi sarebbe stato spazzato via da un altro, recante “piazza della Chiesa”. Il mese scorso però i giudici del Tar hanno tolto la possibilità di indire quasiasi iniziativa di tipo consultivo rispetto al nome della piazza fino al 18 marzo 2020. Il portavoce Fulvio Benati nel frattempo aveva telefonato in municipio per chiedere che cosa si aspettasse, ancora. «Mi hanno detto che avevano buttato via la tabella vecchia, perché rovinata, e che avevano chiesto un preventivo per quella nuova». Il sindaco Horst Pichler, a riguardo, ha quindi assicurato che la segnaletica per ripristinare piazza Prati era già stata ordinata. E così è stato. «In questa battaglia noi del comitato – dice l’ex assessora Cristina Wegher – ci abbiamo messo faccia, denaro ed energie. Ho sempre camminato nel nostro territorio inseguendo la convivenza pacifica come un arricchimento, ma sempre di più mi accorgo che tirando la corda alcuni finiscono per rovinarla. Ora ha vinto la democrazia». S.M.

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