Piazza Prati a Laghetti, referendum vicino 

Conovocata per il 21 novembre un’assemblea pubblica. Zucali: valuteremo i prossimi passi



EGNA. Torna alla carica il comitato promotore del referendum per l’abrogazione della delibera con cui la giunta comunale di Egna ha ribattezzato piazza Giovanni Prati, a laghetti, in “piazza della Chiesa”. E lo fa con un’assemblea programmata per il 21 novembre, alle 20, nella saletta della palestra di Laghetti. Sono invitati tutti i cittadini della frazione: i membri del comitato riferiranno di ciò che è stato fatto finora e permetteranno a tutti di conoscere i passi da fare in vista del referendum.

Lo stesso giorno, il 21 novembre, avrà inizio la raccolta delle circa 70 firme (il 7% degli elettori residenti a Laghetti) necessarie all’indizione del referendum. La raccolta firme si protrarrà fino al 21 febbraio, dopodiché, dopo la consegna dei moduli al sindaco Horst Pichler, i debiti accertamenti previsti per legge e la convocazione di una commissione di esperti, ci sarà tempo fino al 23 giugno per fissare la data del referendum.

«Se a quel punto la maggioranza optasse per “piazza Chiesa” saremmo soddisfatti ugualmente. L’importante è che sia rispettata la volontà popolare, che non si aggirino le pratiche democratiche», facevano sapere poche settimane fa (dopo l’approvazione del quesito da parte dell’apposita commissione) Fulvio Benati, Marco Zucali e Cristina Wegher, membri del comitato insieme a Claudio Cimadon, Lucia Filippi, Iris Orlini ed Elio Scottini. «La popolazione ha il diritto di essere interpellata quando si tratta di incidere sulla memoria storica: per dedicare ad Albrecht Dürer piazza Bagolari, o Centrale, il consiglio comunale di Egna si è trasferito nella palestra di Laghetti».

Potrebbe verosimilmente essere annullata la ridenominazione della piazza operata attraverso una delibera di giunta il 2 maggio 2017, votata da Svp e Bündnis Neumarkt: già prima della costituzione del comitato il circolo culturale della frazione aveva raccolto 250 firme. E perfino il consiglio parrocchiale, hanno spiegato i membri del comitato, è d’accordo con l’istanza abrogativa. Fatto centrale è che per la nostra provincia questo è il primo referendum sulla partecipazione. Una questione politica, non etnica.













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