Toponimi, respinto il blitz dei separatisti 

Freiheitlichen e Stf volevano cancellare Masaccio, Castel d’Appiano e Cornaiano. Fra le 278 vie «solo» cinque errori


di Massimiliano Bona


APPIANO. Il nuovo stradario, ad Appiano, era quantomai atteso dal gruppo linguistico italiano che temeva l’ennesimo «colpo di spugna» con la cancellazione di almeno una manciata di toponimi di uso comune. In realtà è andata abbastanza bene, nel senso che – grazie al lavoro da «stopper» puro del vicesindaco Massimo Cleva (Pd) – è stato possibile respingere l’ennesimo blitz della destra tedesca (tanto Südtiroler Freiheit quanto Freiheitlichen). Ciononostante nell’elenco dei 278 nomi approvati dal consiglio comunale c’è qualche piccolo errore.

I toponimi sbagliati. Non si tratta di sviste clamorose, ma in un consiglio comunale in cui il gruppo italiano è ridotto a tre rappresentanti (due del Pd e uno della Bürgerliste) c’era, tutto sommato, da aspettarselo. Le prime sviste riguardano due frazioni: Predonico e Gaido, che sono proprio in coda allo stradario ai numeri 276 e 277. La «Predoniger Strasse», in italiano, diventa misteriosamente Strada Pradonico con la «a» al posto della «e». Più o meno sempre nella stessa zona la «Gaidner Weg» è stata tradotta con «Strada Gaid». Non si capisce davvero, perché, nella versione italiana non sia stata riportata la dizione corretta «Gaido». Si tratta di una piccola frazione, a 900 metri di altitudine, sotto il Monte Macaion.

Colpo di spugna, invece, per la strada «Bichl» (Bichlweg in tedesco), che avrebbe dovuto essere tradotta in «Colle». Ancora più clamoroso il caso della «Altenburgweg», che è stata erroneamente tradotta in via Altenburg, quando la versione italiana corretta è Castelvecchio. È curioso che nel vicino Comune di Caldaro esista una zona - dove si trovano quasi tutti gli impianti sportivi - che si chiama proprio così. Come dire, che sull’odonomastica i Comuni fanno davvero ciò che vogliono.

Le proposte (bocciate) dei separatisti. Molte - e tutte fuori luogo - le proposte dei due separatisti per eccellenza del consiglio comunale di Appiano, ovvero Walter Oberhauser di Südtiroler Freiheit e Reinhard Gaiser dei Freiheitlichen. Tra i toponimi italiani che volevano cancellare ricordiamo, in ordine sparso, via Cornaiano (chiesta la denominazione via Girlan), via Crocevia, Buche di ghiaccio (sito molto noto anche fra i turisti), piazza Monte, via Castel Masaccio, via Castel d’Appiano, strada Forcolana, via Maderneto, la zona sportiva di Maso Ronco, Castel Firmiano, via Colterenzio, via Riva di Sotto e altre. Un «blitz» che se fosse andato in porto avrebbe cancellato vie e strade che sono patrimonio del gruppo linguistico italiano da diverse generazioni.

Le proposte degli ambientalisti. Uno dei partiti interetnici per eccellenza, Pro Appiano - Pro Eppan, ha cercato al contrario di uscire dagli schemi consolidati e di fare qualche piccolo ritocco all’elenco. Proposta, ad esempio, senza successo la cancellazione di vicolo Sanatorio in entrambe le lingue, accettata invece l’introduzione del parcheggio Sant’Anna, così come è passata a larga maggioranza - ma con il voto contrario di gran parte della giunta - anche l’introduzione del parcheggio Andreas Hofer. Le altre proposte. Non ha incontrato resistenze di sorta la proposta dell’assessore della Volkspartei Roland Faller propenso ad introdurre i toponimi bilingui parcheggio San Paolo e parcheggio Richard Riffeser. Introdotte - su richiesta di Reinhard Zublasing della Svp - via Anif (in onore della città gemellata con il maggiore Comune dell’Oltradige) e via San Michele. Accettata, senza alcun voto contrario, anche l’ultima proposta di modifica del consigliere comunale Martin Walcher per la strada Pradonico (e non Predonico) e la strada Gaid (e non Gaido).

La nuova planimetria. Ora, dopo l’approvazione in consiglio, il nuovo stradario è entrato di fatto in vigore. Naturalmente, bisognerà far passare i canonici sessanta giorni di tempo durante i quali ogni cittadino potrebbe, in linea teorica, fare ricorso al Tar. Tutto dovrebbe, in realtà, filare liscio. Questa volta, gli italiani, ne escono a testa alta.

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