Alto Adige, la Ue boccia il patentinodi bilinguismo nel pubblico impiego

"Richiesta formale'' all'Italia perché si ponga fine alla discriminazione nei confronti dei candidati che concorrono a posti nella pubblica amministrazione nella Provincia di Bolzano. Bruxelles punta il dito, in particolare, contro l'attestato di bilinguismo richiesto per accedere al pubblico impiego e contro la norma che concede la priorità in base alla residenza



BOLZANO. Una cosa appare chiara. A Bruxelles piacciono sempre meno i legacci dell’autonomia altoatesina. Soprattutto quelli relativi alla libera circolazione ed alle pari opportunità nel settore del lavoro. Ieri la Commissione Ue è intervenuta ancora contro l’unicità del patentino come certificazione del bilinguismo per l’accesso all’impiego pubblico in Alto Adige. Allo stesso tempo bocciando la priorità che - secondo Bruxelles - verrebbe data ai residenti, sempre nei concorsi pubblici. Nel primo caso si è già però provveduto all’equiparazione del patentino con la norma che entrerà in vigore il 29 giugno e nel secondo l’accusa non corrisponderebbe alla realtà. I parlamentari altoatesini propendono per l’ipotesi che Roma non abbia avvertito la commissione Ue sul fatto che l’attestazione della conoscenza della seconda lingua non passerà più solo per l’esame del bilinguismo, ma che da martedì prossimo varrà l’equipollenza dei certificati europei rilasciati da privati e specifici percorsi scolastici alternati nelle due lingue - italiano e tedesco - tra scuole superiori e università. Sulla questione della residenza che darebbe la precedenza nell’impiego pubblico, discrimando i cittadini Ue che vengono da fuori provincia, Zeller ritiene che ciò non avvenga da tempo: «Sono decenni che non si utilizza più la norma prevista nello Statuto all’art. 10, dove si parla di diritto alla precedenza nel collocamento al lavoro». L’europarlamentare Svp, Herbert Dorfmann sta cercando di capire le volontà di Bruxelles. «Forse - dice - sono legate alla questione dell’appartenenza etnica».
La Commissione europea ha inviato una “richiesta formale” all’Italia perchè si ponga fine alla discriminazione nei confronti dei candidati che concorrono a posti nella pubblica amministrazione in Alto Adige. Bruxelles punta il dito, in particolare, contro l’attestato di bilinguismo richiesto per accedere al pubblico impiego. Secondo la legislazione italiana applicabile nella provincia di Bolzano, si legge in un comunicato diffuso ieri, «l’unico documento accettato per comprovare la conoscenza della lingua per accedere ai posti della pubblica amministrazione è un certificato specifico rilasciato nella provincia. Inoltre, i candidati che risiedono nella provincia da almeno due anni hanno la priorità». La libera circolazione dei lavoratori, spiega la Commissione europea, è “un diritto fondamentale dell’Ue, stante la non discriminazione delle persone in base alla loro nazionalità”.
Dopo il parere motivato inviato ieri, l’Italia ha due mesi di tempo per dare una risposta alla Commissione che, se non la dovesse ritenere soddisfacente, potrebbe rivolgersi alla Corte di giustizia Ue. Il caso all’esame di Bruxelles è stato aperto dalla vicenda di Roman Angonese, un altoatesino di lingua tedesca residente in Alto Adige. L’uomo era ricorso ai giudici dopo essersi visto rifiutare l’accesso ad un concorso per la locale Cassa di risparmio, non avendo l’attestato rilasciato dalla Provincia di Bolzano. Ad Angonese aveva dato ragione la Corte di giustizia, il 6 giugno 2000, ritenendo discriminatoria la norma. Secondo quanto già stabilito dalla Corte di giustizia, ricorda adesso la Commissione, “la richiesta di un certificato specifico emesso solo nella provincia di Bolzano quale unico mezzo per comprovare la conoscenza della lingua costituisce una discriminazione in base alla nazionalità, poiché mette i cittadini degli altri Stati membri in una condizione di svantaggio nei confronti dei residenti nella provincia. Ad avviso dell’esecutivo Ue, “anche la priorità concessa nei concorsi pubblici sulla base delle residenza costituisce, per gli stessi motivi, una discriminazione indiretta in base alla nazionalità”.
Fin qui il richiamo dell’Unione europea. Sulla questione del patentino, il 29 giugno prossimo entrerà in vigore il decreto legislativo che fa propria la norma d’attuazione sull’equipollenza dell’attestato di bilinguismo. «Forse c’è un problema di comunicazione tra Roma e Bruxelles», afferma il deputato della Stella alpina, Siegfried Brugger. Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’onorevole del Pd, Luisa Gnecchi. «La norma è stata fatta dopo le decisioni prese dall’Ue in passato», dice la deputata democratica. Per Karl Zeller il problema dell’equiparazione del patentino è ormai superato. «Mentre sulla questione della priorità dei residenti nei concorsi pubblici locali, ciò non avviene da decenni, anche se è vero che ne parla l’art. 10 dello Statuto d’autonomia», sottolinea l’onorevole della Stella alpina. L’articolo in oggetto afferma che «i cittadini residenti nella provincia di Bolzano hanno diritto alla precedenza nel collocamento al lavoro». Ma, in realtà, l’unico vero ostacolo per chi viene da fuori provincia nei concorsi pubblici è la conoscenza delle due lingue.

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