Apre a San Cassiano il museo sull'orso ladino

Tre piani e 400 metri quadrati d'esposizione: si parte il 30 luglio



SAN CASSIANO. Quattrocento metri quadri su tre piani interamente dedicati all’Ursus Ladinicus, esemplare fossile dell’unica traccia di presenza di orsi preistorici in tutte le Dolomiti. Il ritrovamento non è recente: fu Willy Costamiling, guida alpina della val Badia, a scoprire nel 1987 in una grotta ai piedi della Cima delle Conturines, a 2800 metri, i resti di quello che battezzò il «leone delle caverne», insieme ad altri 60 scheletri di orsi preistorici.

Gli scenziati li datarono a circa 50 mila anni fa, e scoprirono che si trattava di una nuova specie di orso delle caverne, ribattezzata Ursus Ladinicus in onore al territorio. Grande come un grizzly (un po’ più piccolo dell’orso delle caverne fino allora conosciuto) ma erbivoro, l’orso fossile è l’unica prova di presenza di orsi sulle Dolomiti in quell’epoca.

Il 30 luglio sarà inaugurato il suo nuovo museo a San Cassiano, nato come sede distaccata del Museum Ladin Ciastel de Tor di San Martino. Una struttura pensata per superare la semplice esposizione sequenziale dei reperti archeologici, ma che punta a coinvolgere i visitatori con installazioni video e multimediali e la ricostruzione della grotta dove avvenne il ritrovamento, abitata dall’orso che dorme; fino alla ricostruzione di uno scheletro intero dell’orso fossile.

Sotto il profilo scientifico, i reperti di Conturines sono fondamentali per la determinazione delle condizioni climatiche sulle Dolomiti di 50 mila anni fa, e rivelano infatti che la temperatura allora era molto più alta di quella di oggi, e che la vegetazione boschiva arrivava mille metri più in alto della attuale. «Avevamo stabilito che i già presenti 12 musei provinciali fossero sufficienti - spiega il presidente Luis Durnwalder - e scartavamo l’ipotesi di altre aperture, ma abbiamo deciso di fare un’eccezione a favore della realtà ladina».

Stando alle statistiche provinciali, nella sola val Badia confluiscono 30 mila visitatori l’anno: «Con questi numeri - prosegue il presidente della provincia - il nuovo museo sarà una nuova occasione di incontro con la storia e la cultura ladina, e sarà un ottimo trampolino per l’approfondimento del paesaggio naturale ladino».

Il costo del progetto museale è di 750 mila euro, interamente finanzati dalla Provincia, destinati alla ristrutturazione dello stabile e all’acquisto degli arredi interni; la struttura è offerta dal comune di San Cassiano, e per gli interni è stato chiamato Rainer Verbitz, l’architetto austriaco che ha collaborato con Renzo Piano alla progettazione del Centre Pompidou di Parigi.

«Sarà una struttura fondamentale per l’economia turistica della Badia - afferma l’assessora Sabine Kasslatter Mur - i visitatori chiedono sempre più di avere strumenti di comprensione della cultura e storia ladine». In quanto sede distaccata del Museum Ladin, l’acquisto di un biglietto in una delle due strutture darà la possibilità di entrare nell’altra: in questo modo si spera di creare un asse nei 20 chilometri che separano le strutture.













Altre notizie

Attualità