«Dignità del lavoro e ambiente: con noi tornano al centro» 

Laura Polonioli (Liberi e uguali): «L’Autonomia va messa al sicuro, ma servono nuove regole per la convivenza»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Laura Polonioli è entrata nella Convenzione per l’Autonomia come tecnica di indicazione comunale, ne è uscita come candidata in pectore per le elezioni politiche (per iniziare). Ha detto sì alla candidatura per il collegio del Senato di Bolzano con «Liberi e uguali», lista sostenuta dai Verdi altoatesini. Il punto di contatto è stato Riccardo Dello Sbarba, con cui Laura Polonioli, avvocato, ha firmato una delle relazioni di minoranza per la Convenzione. È stata ospite all’Alto Adige, al tavolo anche il direttore Alberto Faustini.

La Convenzione al momento non ha prodotto nulla di concreto, se non la sua candidatura. Diciamo che se il Konvent è servito come palestra di democrazia, ben venga... Ritiene che ci sia uno spazio per la sinistra, in Italia come a Bolzano?

«Una chance la abbiamo. Portiamo avanti ciò che appartiene alla sinistra ed è scomparso. Due esempi su tutti, la tutela dei lavoratori e l’ambiente che garantisce anche occasioni di occupazione. La delusione di tante persone nasce dallo spostamento verso il centro dei loro punti di riferimento politici. Delusione diventa astensionismo, o peggio».

Stare a sinistra può essere appagante, e anche un filo elitario. Il rischio è di toccare palla, non crede?

«Non parlerei di élite. Per me la scelta è stata questione di pancia, mi sono sentita a casa con i Verdi altoatesini. Il loro modo di fare politica, che ho sperimentato nella Convenzione, è congeniale al mio modo di essere. Dove mi trovo a casa, vado».

Lei è cresciuta a pane e politica, tra il padre Armando Polonioli e il fratello Giovanni. Ma questa è la prima candidatura.

«Proprio perché eravamo già in abbondanza, mi sono concentrata sul mio lavoro... La politica fa parte della mia vita, sono cresciuta con l’abitudine al confronto. Adesso ero pronta».

La tradizione di famiglia è più verso il centrosinistra. È stata corteggiata dal Pd?

«Anch’io sono di centrosinistra, diciamo sinistra-centro. Dal Pd mi hanno avvicinato dopo la Convenzione, chiedendomi un sostegno alla lista per le politiche, ma la mia scelta era già fatta. La mia casa l’ho trovata».

Lei sfida Bressa, dato per favorito. Se non riuscirà ad essere eletta la ritroveremo alle provinciali?

«C’è un progetto che mi interessa e che voglio portare avanti. C’è tutto il tema della esclusione del gruppo italiano che va preso in mano. Quanto a Bressa, mi dispiace che non ci sia stato neppure una occasione per mettere a confronto le nostre idee».

Voi contestate la visione dell’autonomia dell’asse Svp-Pd. Cosa proponete come alternativa?

«Anche noi diciamo sì all’ampliamento dell’autonomia e al suo consolidamento giuridico. Manca il resto, nella gestione attuale. Si punta solo alle competenze, mentre è necessario ampliare gli spazi per la convivenza. Il senatore Palermo aveva proposto una giusta legge sulla scuola plurilingue».

Lei fa parte di chi ritiene che in Alto Adige stiamo assistendo a una sorte di secessione silenziosa?

«A volte ho l’impressione che a Roma non si rendano conto dell’importanza della partita sull’Alto Adige. Come abbiamo visto nella Convenzione, la Svp gioca sull’equivoco dell’autodeterminazione interna. Fare il pieno di competenze si avvicina a una secessione morbida».

Liberi e uguali puntava a superare il 10%, ma non sembra che ce la farete.

«Solo con un nostro buon risultato avranno di nuovo forza i temi della sinistra. Direi che è particolarmente importante qui da noi, per interrompere l’inseguimento della Svp alla destra tedesca».

©RIPRODUZIONE RISERVATA















Altre notizie

Attualità