Domeniche e orari, 6 mila soci dell’Unione pronti alle barricate

Duzzi:«Il 2013 sarà nero, dobbiamo tutelare i più piccoli» Amort: «La Consulta deve tener conto della nostra realtà»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. I seimila soci dell'Unione commercio turismo e servizi fanno muro contro gli orari di apertura - imposti dalle liberalizzazioni volute dal Governo Monti - e le domeniche. «Mi sento un po' come Don Chisciotte - confessa il presidente Walter Amort - ma sono convinto che la Corte Costituzionale, nella sentenza attesa per metà febbraio, non potrà non tenere conto delle nostre peculiarità. Con le serrande alzate sette giorni su sette e 24 ore su 24 rischiamo di fare la fine della vicina Austria dove i negozi di vicinato stanno inesorabilmente scomparendo». A fornire i numeri è il vicepresidente dell’Unione Dado Duzzi: «Nella zona di Linz ci sono 36 Comuni e 13 sono senza servizi di vicinato. A Graz ci hanno confessato di aver detto basta ai megastore troppo tardi e in Tirolo la situazione è altrettanto drammatica». Il vero paradosso è che tra i soci dell'Unione c'è anche il gruppo Aspiag che sta giocando le sue carte per realizzare un centro commerciale di interesse provinciale in via Buozzi, anche in aggiunta al raddoppio del Twenty in via Buozzi. «Ci confrontiamo con Aspiag anche su questi temi - ammette Amort - ma è evidente che cerchiamo di difendere soprattutto le pmi: quelle fino a 9 addetti sono oltre il 90% del totale. Un nuovo megastore a Bolzano è più che sufficiente»

Le richieste. Nella conferenza stampa di ieri l’Unione ha fatto un lungo elenco di richieste, forte del 35% del Pil prodotto dai comparti che rappresenta. Tra le priorità spiccano il «no» al commercio al dettaglio nel verde agricolo, maggiori tagli nella sanità e nel settore pubblico (toccati solo per il 2-3% del budget nell’ultimo bilancio provinciale) per liberare più risorse per i settori produttivi, un ulteriore contributo per il turismo da 20-25 milioni (che dovrà aggiungersi alla tassa di soggiorno) da ripartire tra tutte le categorie economiche, maggiore sostegno della Provincia alla nuova cooperativa di garanzia Garfidi che favorisce l’accesso al credito per le pmi e più investimenti nell’istruzione e nel plurilinguismo per formare giovani sempre più preparati.

Le previsioni. «Se devo dire la verità non sono affatto ottimista nemmeno per il 2013»: il vicepresidente dell’Unione Dado Duzzi ritiene che la ripresa non ci sarà prima del 2014. «Veniamo da due anni in cui si è perso il 4% ma nel 2013, almeno per la maggior parte degli operatori del settore, non dovrebbe cambiare molto».

Per l’ingrosso le aspettative di guadagno sono in calo, al pari di chi vende articoli per il tempo libero o commercia materiali edili. Le previsioni sono più incoraggianti per tessile, abbigliamento, alimentari, bevande, articoli per la casa, servizi alle imprese, servizi alla persona e informatica.

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