BOLZANO. Quindici anni dall’ideazione. Cinque anni dall’avvio lavori. Ottant’anni dalla prima messa celebrata il 5 dicembre ’37 nella chiesa del Santissimo Rosario. Stamane la parrocchia di Oltrisarco farà festa grande, in occasione dell’inaugurazione del nuovo centro che don Gigi Cassaro chiama socio-pastorale, per sottolineare che sarà aperto anche, se non forse soprattutto, al rione e non esclusivamente ai fedeli. Messa alle ore 10, discorsi ufficiali alle 11, poi taglio del nastro e brindisi con il supporto degli Alpini del quartiere.

C’era sindaco Salghetti, quando Confcoop, a caccia di terreni che non saltavano fuori, fece la proposta al parroco: ci cedi parte della proprietà, in cambio ti diamo buona parte dei denari per ristrutturar tutto. Sopra terra, due vecchi e scalcagnati campetti da calcio. Amati, per carità, ma roba d’altri tempi. Gli edifici? A parte chiesa e canonica, rimaste ancora oggi tali e quali, in piedi c’erano il vecchio cinema Costellazione, ormai non più degno di tale nome e pure fuori norma. E poi tutto il resto della parrocchia: più le spese di manutenzione straordinaria, che la possibilità di usufruirne. E così...

Detto, fatto. Cioè, ci sono voluti dieci anni per avviare i lavori della parrocchia, e altri cinque per concludere il cantiere.

Epperò, alla fine, la tenacia di don Gigi Cassaro l’ha avuta vinta. Al posto del primo campetto, è sorto un edificio con 26 appartamenti e 39 box auto pertinenziali. Al piano di sotto un Despar con posteggio interrato.

Poi, si è demo-ricostruito. Con il sostegno di Comune e Provincia, ma soprattutto della Conferenza episcopale italiana. E lo stesso non è andato tutto liscio. Perché a un certo punto si è messo di mezzo il crac della ditta che costruiva, la Cle. Tutto si era bloccato. E si disperava. Ci si è dovuti rimboccare le maniche, chiamando uno a uno i subappaltatori e accordandosi con loro. A parte lo stress, le preoccupazioni per dover prendere troppe decisioni, sul groppone ora è rimasto un rosso di trecentomila euro. Ma niente paura, don Cassaro è un tipo pragmatico. Si è acceso un mutuo, che verrà ripagato negli anni con gli affitti e gli introiti derivanti da ciò che si è costruito.

Mancano ancora un paio di scartoffie burocratiche, qualche arredo, un paio di finanziamenti pubblici. Robetta però, dopo quindici anni di sfacchinate. Si stima di aprire a metà gennaio. Nell’ordine, si troveranno: magnifico campo da calcio sintetico con tanto di spogliatoi per squadra A, squadra B e arbitri. Accesso indipendente e parcheggi ad hoc. Roba che neanche a Gries... Segue un nuovo cinema-teatro-sala concerti. In galleria, poltroncine fisse. In platea, sedie rimovibili per far spazio alle feste. Fra teatro e campo da calcio, sta l’edificio della parrocchia, che però è anche molto di più. Al pianterreno centro giovanile, ma pure sala grande con cucina di ultima generazione, per il catering. Si affitterà per ritrovi, cene ecc. La cucina si affaccia sul pratone sul retro: possibili dunque anche feste all’aperto. Ci sarà poi una zona anziani. E ci sarà la bottega dell’associazione Santo Stefano, che aiuta i bisognosi. Al piano interrato un’ulteriore saletta, per feste di compleanno e simili. La sala conferenze può ospitare novanta persone.

Don Gigi Cassaro è parroco del Santissimo Rosario (8000 fedeli) e di San Paolo (2000). Nel rione ci sono poi altri 3000 residenti di lingua tedesca e circa 2000 immigrati. Numerosi i musulmani, ma anche tanti i cristiani, che frequentano la parrocchia. Il nuovo centro sociale sarà aperto a tutti.

Non voleva attendere oltre, don Gigi, a inaugurare. Mancano scartoffie e qualche arredo? Non importa. Nella tradizione cattolica il simbolismo conta assai. E inaugurare nell’ottantesimo della prima messa al Santissimo Rosario era un atto di fortissima valenza simbolica.