Gli studenti della Lub commessi nel weekend

Le grandi catene li assumono per lavorare 24 ore da venerdì a domenica La ripartizione lavoro: «Nel finesettimana incassi record e manca personale»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Dai 600 ai 700 euro netti al mese per lavorare solo il fine settimana: 24 ore da venerdì a domenica. Le grandi catene hanno siglato negli ultimi mesi decine di contratti e sono andate a pescare soprattutto fra gli studenti della Lub, molti dei quali provenienti da fuori provincia e con la necessità di pagare affitti non di rado piuttosto salati.

Si tratta di un nuovo mercato, di un «trend» che in Alto Adige è arrivato con anni di ritardo rispetto al Veneto e alla Lombardia, dove la grande distribuzione gioca un ruolo più importante. Ad illustrare le ragioni di questa nuova tendenza sono stati ieri i sindacati di categoria ma anche il direttore della ripartizione provinciale lavoro, il caldarese Helmuth Sinn.

«Era abbastanza prevedibile che l’onda lunga del lavoro nel fine settimana - spiega Sinn - sarebbe arrivata anche qui. Soprattutto la grande distribuzione, tanto nel settore alimentare quanto in quello dell’abbigliamento, in particolare la domenica, fa registrare i picchi più elevati di fatturato del mese. Dovendo dare il riposo ai dipendenti impiegati full time è necessario ricorrere a nuovi contratti. Il part time nel weekend è richiesto, al pari del lavoro a chiamata».

Maurizio Surian, che segue il commercio in provincia di Bolzano per la Cgil, sottolinea come questa tendenza sia destinata a crescere ulteriormente con l’apertura del Twenty bis. Grazie all’ampliamento, infatti, i posti di lavoro (senza indotto) passeranno dagli attuali 180 a 400 circa.

«Gli studenti universitari - sottolinea Surian - sono l’ideale per soddisfare questo tipo di richiesta del mercato. Sono flessibili, possono concentrare l’impegno lavorativo nella seconda metà della settimana, magari per sei mesi, e pagarsi larga parte delle spese».

I contratti per il weekend hanno solitamente condizioni-standard. «Gli studenti-commessi guadagnano in media da 600 a 700 euro netti. Il vantaggio è che le parti si impegnano solo per un periodo determinato. Poi se il lavoro piace, non di rado, può diventare a tempo indeterminato. I giovani preferiscono spesso il commercio alla ristorazione, dove sai quando inizi ma raramente quando finisci».

Molte grandi catene adotteranno a breve questa formula. «Mi è stato riferito che anche Decathlon intende utilizzare, almeno in parte, questa formula». La Provincia ha analizzato la durata dei contratti part-time, che oscilla in base alle esigenze e al settore delle singole aziende.

«Da quanto emerge dai dati sui rapporti di lavoro delle persone residenti, un quarto dei contratti a tempo parziale corrisponde a meno del 48% di un tempo pieno e un quarto a più del 70%. La forma più diffusa è il part-time al 50% (pari a circa 20 ore settimanali), seguita dal part-time al 75 per cento (circa 30 ore settimanali)».

La conferma del nuovo trend viene anche da un’azienda interinale che opera da anni in provincia: «Stiamo cercando per supermercati, ipermercati, catene di piccola, media e grande distribuzione per il settore food e no food. Si spazia dai semplici commessi ai cassieri. Il target ideale? Gli studenti disposti a lavorare anche domenica e festivi».

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