I cannoni sparano la neve Ma il freddo si fa attendere

Impiantisti col fiato sospeso: fermo un settore da 280 milioni di fatturato Peterlin dell’Ufficio meteo: «Il Föhn spazza via l’umidità, temperature in calo»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Una “potenza di fuoco” di 3 mila cannoni in grado di innevare - condizioni meteo permettendo ovviamente - il 95% delle piste da sci altoatesine. I 371 impianti di risalita trasportano ogni anno 125 milioni di persone e hanno un fatturato di 280 milioni di euro, un indotto di 1,9 miliardi. Nel settore impianti operano 2 mila persone, di cui 750 fisse e 1200 stagionali. Poche cifre che danno il peso economico dell'industria della neve e spiegano – semmai ce ne fosse bisogno – il forte interesse degli appassionati dello sci e ancora di più degli operatori turistici - impiantisti, albergatori, maestri di sci, negozi di attrezzature sportive – per i due bollettini giornalieri dell'Ufficio meteorologico della Provincia: in attesa dell'arrivo della prima neve, ci sia accontenterebbe, per il momento, del freddo. Quello che finora è mancato, impedendo l'entrata in funzione degli impianti di innevamento e ritardando quindi la partenza della stagione turistica (si scia solo a Solda e in Val Senales) che avrebbe potuto iniziare alla grande proprio nel ponte di Sant'Ambrogio. Erano arrivate tante prenotazioni, ma poi – non essendoci neve – sono fioccate le disdette.

Le previsioni. All'Ufficio meteo della Provincia però, Dieter Peterlin assicura che il quadro meteorologico sta cambiando: le temperature sono in calo. «In questi giorni lo zero termico era a Duemila metri, ma le nostre previsioni dicono che i valori scenderanno già da oggi. La giornata più fredda sarà quella di martedì con meno 6 a quota Duemila. Inoltre, tra domani e martedì, aspettiamo neve fino a 700 metri. Completerà il quadro il Föhn, che spazzerà via l’umidità di queste giornate troppo miti per la stagione, per lasciare il posto ad un clima più secco, tipico del periodo».

Ieri, in cima a Plan de Corones, dove oggi aprirà un’unica pista (Olang 2), i canoni hanno cominciato a sparare, approfittando di un primo leggero abbassamento delle temperature.

Ma Rainer Senoner, direttore di gara della Coppa del mondo di sci in Val Gardena, in programma il 19 e il 20 dicembre sulla Saslong, è realista: «Non basta che scendano le temperature, deve calare anche l’umidità che è al 90%, perché in queste condizioni gli impianti di innevamento lavorano al minimo. La notte scorsa (tra venerdì e sabato) i cannoni sono entrati in funzione, ma la produzione è stata ridicola: 3 centimetri di neve, niente in tutto».

Domani è previsto un primo test per vedere se confermare o meno le gare di Coppa del mondo (2 milioni di budget, 70 atleti, 1.500 persone al seguito delle squadre, 10 mila spettatori). «Se - spiega Senoner - le previsioni meteo si confermeranno corrette, la decisione finale verrà rinviata di alcuni giorni. Ci fa ben sperare il fatto che non c’è neve in tutt’Europa, quindi non ci sono soluzioni alternative al momento».

I costi. Nel comprensorio Ski Center Latemar (Obereggen-Pampeago-Predazzo) ci sono 180 cannoni che, nella tarda serata di ieri, hanno cominciato a sparare, ma l’aria è ancora troppo umida. La produzione migliore, sia quantitativamente che qualitativamente, si ottiene con temperature di meno 4 - meno 5º e aria secca. Si calcola che in condizioni ottimali un cannone produce dai 60 ai 200 metri cubi di neve a notte. Il costo, che dipende da una serie di variabili, va da 2 a 4 euro a metro cubo; l’innevamento artificiale incide tra l’8 e il 20% sul fatturato delle società d’impianti. «Ormai - dice Siegfried Pichler, presidente degli impiantisti dell'Alto Adige e amministratore delegato dello Ski Center Latemar - non possiamo più fare a meno della neve artificiale che ci consente di creare il fondo ottimale in grado di resistere anche alle temperature primaverili».

Le tecnologie oggi consentono di fare miracoli, fronteggiando - temperature permettendo - i cambiamenti climatici: il guaio è che il calo delle precipitazioni sta andando di pari passo con il calo dei giovani sulle piste. «Conquistare i bambini, questa - afferma Pichler - è la sfida che ci troviamo davanti: le belle piste però non bastano più, il giovane vuole uno sport che sia sempre più divertimento. Servirebbero spazi per freeride e snowpark. Come impiantisti stiamo aspettando il Piano di settore, non per realizzare altre zone sciistiche, ma per rinnovare e potenziare gli impianti esistenti, creando anche nuovi collegamenti».













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