I sinti di Maso della Pieve «Andiamo via volentieri» 

In cerca di casa. I giovani con bimbi: «Da anni in graduatoria Ipes, finora soltanto promesse» Più propensi a restare gli anziani: «Siamo abituati a vivere in roulotte, ci trovino un altro campo»


Davide Pasquali


Bolzano. Roulotte di ultima generazione. Bungalow, prefabbricati con terrazza coperta, praticamente tutto nuovo di zecca. Il cortile in ordine, pulito, accogliente. Ci tengono, i sinti di Maso della Pieve. L’area di proprietà del Comune dove risiedono da oltre trent’anni è casa loro. Adesso il municipio vuole trasferirli e rientrare in possesso dell’area per riqualificarla. E a loro va bene. Ai giovani, perché da anni sono nelle graduatorie Ipes per dare una casa calda ai loro bimbi in inverno. Ai vecchi meno, vorrebbero rimanere, negli appartamenti non vogliono andare perché si sentirebbero morire, ma sono pronti a trasferirsi altrove se l’ente pubblico metterà a disposizione un’altra area.

«Siamo circa un cinquantina», racconta uno dei residenti, Daniel Helt. «Siamo tutti della famiglia Ferrari, nipoti, zii, nonna». A Maso della Pieve stanno dal 1989. Prima erano in via Agruzzo, a sud della zona industriale. «È una vita che attendiamo che ci sistemino», chiarisce Helt. «L’assessore Andriollo vorrebbe spostarci? Lo abbiamo letto sul giornale, non ne sapevamo niente. Vogliono che ce ne andiamo? Se ci sistemano bene più che volentieri».

Non tutti, perché i vecchi la pensano altrimenti. Ma i più giovani, con figli, preferirebbero di gran lunga vivere in un appartamento. «Se abbiamo fatto domanda all’Ipes?», chiede Helt. «Ma certo, da anni. Abbiamo i punti. Adesso l’assessore comunale ci dice che ci sistemeranno. Speriamo, perché ne abbiamo sentiti tanti... promettevano e poi non se ne faceva niente».

L’area su cui insiste il campo sinti confina a nord con un edificio fatiscente, a est con un parcheggio, a sud coi campi sportivi. «Non abbiamo occupato l’area abusivamente. Ce l’ha concessa il municipio. Paghiamo, per questo. Ogni mese sono 25 euro e rotti a testa per ogni adulto». E pagare, i sinti pagano anche tutto il resto: «Elettricità, acqua». Non la pensano tutti allo stesso modo, ma chi ha figli, ce ne sono almeno sei di piccoli, preferirebbe di gran lunga vivere in una casa calda, specie d’inverno. Non ha importanza dove. «Lavoriamo, i figli vanno a scuola a Oltrisarco. Ma non importa dove ci si sistemeranno, se si trova una sistemazione ben venga». I sinti non sono stati contattati dall’Ipes, ma visto quanto dichiarato dagli esponenti comunali del sociale, ci sperano. «Mia sorella, mia cugina, mio zio. Prima ce ne andiamo, meglio è. Ma parlo per me. C’è anche chi vuole rimanere». Lo conferma un’anziana Ferrari: «Sono una zingara. Mi dispiace, ma io in casa non vado. Vivo in roulotte da troppi anni. La mia abitudine è questa». Non è nata a Bolzano, ma ci abita da quando aveva 9 anni. «E adesso che ne ho quasi 70 non mi va di cambiare». Già a Maso della Pieve, con quelle reti divisorie verso la strada, le manca il respiro. «Mio fratello e mia mamma la pensano allo stesso modo». Però nulla osta. Sono disposti a spostarsi. «Resteremo in roulotte però. Ci basta soltanto rimanere in zona, qui a Bolzano. Speriamo solo che stavolta il Comune faccia qualcosa di più. Qui, quando hanno asfaltato, hanno predisposto gli allacciamenti, ma poi abbiamo pagato tutto quanto noi: servizi, bagni, punti luce. Ce li siamo fatti noi».

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