Il Baccaro riparte vini e sapori antichi con Bepi nel cuore

La storica osteria di Via Argentieri cambia gestione «Ma manteniamo lo spirito e la dedizione di Guerrato»



BOLZANO. La storia delle persone attraversa tempi e spazi che ne diventano cornice preziosa. In certi casi è invece lo spazio in cui le storie delle persone s'incrociano a diventare protagonista: come all’osteria-enoteca Il Baccaro, che in questi giorni ha cambiato gestione riproponendosi senza cambiare la sua vocazione e senza intaccare il suo fascino lontano dai trend, dagli schermi tv disseminati nelle pizzerie, dalle slot machine, dal chillout in sottofondo. Al numero 17 di Via Argentieri, in un casa del Seicento, l'insegna vintage (anzi, vecchia doc) "Vino-Wein" introduce ad un avvolto in cui si transita fra i legni del falegname del negozio accanto e la vecchia scalinata dell'orologiaio che resiste al primo piano. Il breve tunnel si allarga in un cortiletto interno che ospita la piccola, storica osteria e due tavoloni a cielo aperto per quando il tempo è buono. Un posto speciale per tanti bolzanini che lo hanno scelto per decenni per un aperitivo o una pausa-pranzo.

Dal 1988 lo gestivano Germana e Giuseppe Guerrato. Ma Bepi, come tutti chiamavano Giuseppe, se ne è andato all'improvviso, lo scorso settembre, e Germana non se la sente di portare avanti da sola quell'osteria legata a troppi ricordi: «Quando l'abbiamo rilevata noi _ ricorda _ era un magazzino tutto da ristrutturare, con accanto una piccolissima locanda, senza il giardino. La mia famiglia ha sempre avuto locali, partendo dalla storica rosticceria Da Arrigo in Corso Libertà. Mio marito invece aveva lavorato a lungo nel settore del vino».

Il cliente tipo? «Dal sindaco all'operaio, al turista. Non abbiamo mai selezionato, perché ci selezionavano loro: qui dentro non si arriva per caso».

I tre figli di Germana hanno altri interessi e quindi Il Baccaro ora passa a Giuseppe Montemerli _ altoatesino doc, una lunga esperienza nella vendita di vino all'ingrosso _ e alla cognata Maria Paola Goldoni, che dall'Emilia aggiunge qualche sapore nuovo alla piccola gastronomia che s'accompagna alla mescita del vino e anche la sua competenza di sommelier. «È un momento emozionante _ ci spiega Montemerli _ perché iniziamo quest'avventura con la benedizione di Germana che ci aiuta in questi primi giorni, e anche perché mi chiamo come il precedente gestore: adesso mi chiameranno Bepi come lui. In più avevamo in comuneanche il fatto di essere stati alpini paracadutisti».

A proposito di alpini: qualche iniziativa per l'Adunata nazionale?

«Un po' temo l'invasione, perché lo spazio è piccolo. Ho comunque intenzione di segnalare la mia presenza di oste-alpino-paracadutista su facebook, così qualcuno ci viene a trovare: la materia prima per un buon incontro c'è tutta. Sarà divertente far conoscere qualche vino locale».

Un posto che sfugge alle mode sfugge anche alla crisi? «Credo di sì, o almeno lo spero: quando si parla di qualità si parla di un settore di nicchia».

Musica di sottofondo? «No! Questa è un’oasi nel cuore della città. E deve restarlo. Non ci interessa nemmeno attirare qui schiere di giovani».

E anche il nome del locale resterà lo stesso, allora. «Certo: è di origini veneziane ,come me. A Venezia ci sono dozzine di osterie, anche prestigiose, che si chiamano così».

Anche se la versione classica è Bacaro, con una erre...

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