Il farmacista che inventò le «Comunali»

Addio a Gian Luigi Ragazzoni, andò con l’Onu in missione di pace durante la guerra di Corea


di Davide Pasquali


BOLZANO. Prima per la guerra e poi per la pace: dapprima bersagliere volontario sotto la Repubblica sociale italiana e poi protagonista della prima missione di pace dell’Italia repubblicana durante la guerra di Corea, Gian Luigi Ragazzoni aprì la prima farmacia dell’altopiano del Renon, insegnò in varie scuole di Bolzano e nel capoluogo organizzò pure l’istituzione delle farmacie comunali. Lucido fino all’ultimo istante Ragazzoni è morto all’età di 92 anni. I funerali si terranno oggi alle 14.30 nella chiesa parrocchiale di Longomoso, sul Renon.

LA BIOGRAFIA. Nato ad Alessandria il 19 aprile 1924, allievo della scuola militare di Roma e successivamente della regia accademia di fanteria e cavalleria di Modena Torino e Lecce, volontario nel terzo reggimento bersaglieri dal 1943 al 1945, sopravvisse ad episodi bellici di inaudita ferocia narrati dal giornalista e storico Giampaolo Pansa in due libri. Si laureò in farmacia presso l’università di Genova e poi si arruolò nel corpo sanitario militare marittimo e nel corpo militare della Croce rossa italiana, dove raggiunse il grado di tenente colonnello. All’inizio degli anni Cinquanta diresse la farmacia dell’ospedale militare «Cri 68» in Corea, dove rimase anche ferito. Per parecchi anni ricoprì la carica di presidente dell’associazione che raggruppa i reduci italiani di quel conflitto. Nel 1963 aprì la prima farmacia a Collalbo assieme alla moglie Giancarla, scomparsa l’anno scorso. A Bolzano fu il primo direttore generale del servizio farmaceutico comunale. Fra le numerosissime onorificenze civili e militari italiane, coreane e tedesche di cui venne insignito, gli erano particolarmente care la cittadinanza onoraria di Seul e la medaglia di bronzo al merito della Sanità pubblica.

LA FAMIGLIA. «Il padre di Gian Luigi, Achille, era un tenente colonnello dell’esercito in servizio permanente effettivo e anche il figlio sembrava destinato a una carriera in divisa». Lo racconta Giampaolo Pansa. «Gian Luigi venne mandato a studiare nel collegio militare di via della Lungara a Roma e dopo la maturità classica fu iscritto all’Accademia di Modena. Era il 1942; il ragazzo frequentò lì il primo anno e dopo l’armistizio seguì l’accademia nel suo trasferimento a Tortona. Nell’autunno del 1943, Gian Luigi ebbe il primo, terribile impatto con la guerra civile. Il padre aveva aderito alla Rsi e si trovava in servizio a Chieti. Il 26 novembre 1943, mentre camminava per strada insieme al figlio e a un aiutante, il colonnello Ragazzoni venne ucciso a rivoltellate da qualcuno che lo attendeva al riparo di una siepe. Prima di spirare, il colonnello chiese che non si facesse nessuna rappresaglia e così avvenne». Un fatto di cui la famiglia Ragazzoni è sempre andata molto fiera, tanto che a uno dei due figli di Gian Luigi, l’attuale farmacista del Renon e stimato storico, venne dato il nome di Achille.

CON L’ONU IN COREA. Nel 1950, gli Alleati chiesero all’Italia un intervento militare in Corea, ma il presidente Degasperi e il ministro degli Esteri Sforza decisero altrimenti. Inviarono un ospedale, in sostegno alla popolazione civile coinvolta dalla guerra. Fu la prima missione di pace dell’Italia repubblicana e contribuì in maniera determinante all’entrata del nostro stato, fino a quel momento escluso, nelle Nazioni Unite. Ragazzoni ricoprì l’incarico di ufficiale chimico-farmacista dell’ospedale Cri 68, impiegato al fianco delle truppe Onu, e di ufficiale di collegamento con l’Ottava armata americana alla quale l’ospedale fu aggregato come unità sanitaria. La missione di Ragazzoni iniziò però il 23 ottobre 1951 - un mese prima che l’ospedale arrivasse in Corea imbarcato su una motonave statunitense - quando il farmacista partì per Tokio assieme a due colleghi, per concordare con le autorità militari americane come e dove impiegare l’ospedale, che alla fine venne dislocato nei dintorni di Seul, a 18 chilometri dalle prime linee. Due edifici, 200 posti letto, operativo fino a fine 1954. In questo periodo, presso il gabinetto radiologico diretto da Ragazzoni furono effettuate 4.124 scopie e 12.991 grafie. Nell’ospedale, gestito da 71 italiani, vennero curati anche i militari, soprattutto francesi ed etiopi (erano 16 le nazioni a supporto dell’Onu).

I MIG CINESI. Il 28 ottobre 1952 Ragazzoni rimase ferito nei pressi di Seul, durante un servizio per rifornirsi di medicinali e generi di conforto. Aerei da caccia Mig cinesi attaccarono la colonna di automezzi Usa, della quale faceva parte anche lui. In seguito ai mitragliamenti, alcuni autocarri esplosero e la jeep di Ragazzoni finì in una risaia a lato della strada. Viste le ferite, sarebbe potuto rimpatriare ma, guarito, chiese di rimanere. Fino a fine 1954. Anche per questo, ricevette almeno una dozzina di riconoscimenti internazionali, citati ieri integralmente sul sito nazionale della Croce rossa italiana.

LE COMUNALI. Ragazzoni, non pago di una parte di vita giovanile già piuttosto attiva, se ne scelse un’altra nuova nuova, all’inizio degli anni Sessanta. Vinse il concorso e nel novembre 1963 salì a Nord, sull’altopiano del Renon. Allora, non c’era la strada e da Bolzano si saliva solo col trenino a cremagliera. A Vanga si arrivava solo a piedi. La gente, lassù, non era abituata ad andare in farmacia. Zona agricola, fuori mano. In estate c’era ben un armadio farmaceutico, ma destinato ai bolzanini benestanti, in quota per i Sommerfrische. A quei tempi, lassù, c’erano pochissime auto: quella dei carabinieri, quella del medico. E quella del farmacista. La moglie Giancarla, erborista, fu la chiave di volta per far breccia nel cuore dei sudtirolesi. Si sa, sono spesso le donne a rendere di buon umore la clientela. Nel 2013, per i 50 anni, giusto così per dire l’importanza di quella farmacia, le Poste le dedicarono un annullo speciale. Ma Ragazzoni non si limitò all’attività altoatesina in quota. Scese pure in fondovalle. Innanzitutto, insegnò alle scuole medie Alfieri e al ginnasio Carducci, quando ancora si trovava in piazza Domenicani. Docente di matematica e scienze, fra gli anni Sessanta e Settanta. Poi, vinto un ulteriore concorso, alla metà degli anni Settanta divenne il primo direttore del servizio farmaceutico del municipio, quando Bolzano decise di dotarsi di sue farmacie comunali. Fu proprio Ragazzoni a coordinare l’apertura dei sette nuovi esercizi.

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