Licenze: Mediaworld resta aperto

Il Consiglio di Stato conferma la sospensiva del Tar. Prevalenti le esigenze di tutelare l’attività in essere e i posti di lavoro


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Il Consiglio di Stato ha confermato la sospensiva che permetterà al megastore Mediaworld di proseguire tranquillamente la propria attività commerciale in attesa del giudizio di merito di secondo grado sulla legittimità o meno delle licenze commerciali a suo tempo rilasciate.

La corsa contro il tempo dei legali del colosso dell’elettronica si è conclusa ieri poco prima di mezzogiorno quando il Consiglio di Stato ha ufficializzato la decisione. Il provvedimento era nell’aria se non altro per evitare gravi ed irreparabili danni commerciali in attesa della sentenza definitiva nel merito della questione. Il Tar ha già stabilito che le licenze commerciali rilasciate dal Comune di Bolzano e dalla Provincia al gruppo Podini (e poi volturate a Mediaworld) sono illegittime e, di conseguenza, debbono essere considerate nulle.

Prima che l’applicazione della sentenza possa portare ad una chiusura del megastore (con la perdita di una cinquantina di posti di lavoro), il Consiglio di Stato ha deciso di congelare la situazione (sospendendo l’esecutività del verdetto di primo grado) ma decidendo di trattare nel merito l’appello in tempi abbastanza rapidi, cioè entro il primo trimestre del 2013. Nel provvedimento i giudici (presidente Luigi Maruotti) non indicano motivazioni di carattere giuridico ma, più semplicemente, di opportunità ritenendo prevalenti «le esigenze cautelari correlate alla continuazione in loco dell’attività dell’impresa, anche al fine - si legge nell’ordinanza - di assicurare l’assetto attuale dei livelli occupazionali». Ora l’intera questione torna esclusivamente nelle mani degli avvocati delle parti coinvolte. Come si ricorderà il ricorso (che aveva portato alla clamorosa sentenza del Tar) era stato depositato da un altro colosso dell’elettronica, la «Ercashopping srl» che gestisce il marchio Trony. La sentenza impugnata davanti al Consiglio di Stato è molto complessa ma si basa su un presupposto giuridico di fondo: decidere sulla base delle disposizioni di legge in vigore al momento in cui le licenze commerciali impugnate vennero rilasciate.

Sul punto i giudici del Tar non ebbero dubbi: all’epoca la normativa in vigore avrebbe dovuto indurre le amministrazioni pubbliche a rigettare tutte le richieste. In altre parole le licenze commerciali, sulla base delle quali Mediaworld ha poi avviato l’attività, vanno considerate nulle in quanto illegittime. Ora sarà il Consiglio di Stato a doversi pronunciare nei primi mesi dell’anno prossimo.

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