M5S: pieno di voti ma cambia la squadra 

Secondo partito in provincia: in base alle regole, per le provinciali Köllensperger in pole, fuori Fortini, Pifano e Castelli


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Mai così forti. Il Movimento 5 Stelle esce dalle elezioni politiche come il secondo partito in Alto Adige con 32.301 voti alla Camera, (abbondantemente) dietro la Svp (112.246 voti), ma davanti a Lega (23.017), Pd (19.936), Forza Italia e Verdi (presenti nella lista Liberi e uguali). Sono anche il primo partito a Bolzano e Laives. Con un simile bottino di voti il Movimento 5 Stelle prende la rincorsa per le elezioni provinciali. I risultati delle politiche e i primi ragionamenti sulle provinciali di ottobre verranno discussi nei prossimi giorni durante un incontro del M5S altoatesino con Riccardo Fraccaro, il deputato trentino che appartiene al gruppo ristretto vicino a Luigi Di Maio. «Siamo felici, ma stiamo con i piedi per terra», è la premessa di Paul Köllensperger, il consigliere provinciale che fa da tramite tra l’Alto Adige e Fraccaro, «Oltre 30 mila voti significherebbero quattro consiglieri provinciali. Magari...A ottobre ci saranno più liste locali in campo e cambieranno le dinamiche. Detto questo, lavoreremo per eleggere più consiglieri possibili».

Nel caso del Movimento 5 Stelle non vale la regola «squadra che vince non si cambia». A ottobre il candidato di punta sarà Paul Köllensperger, ma non potranno esserci alcuni dei protagonisti storici del movimento, tra cui Maria Teresa Fortini e Caterina Pifano a Bolzano, Paolo Castelli a Laives. Tutti esclusi in base alla regola interna del limite dei due mandati complessivi. Così Maria Teresa Fortini e gli altri, esauriti i due mandati in Comune, non potranno correre per la Provincia. «Sono le nostre regole, valgono per tutti, da Di Maio in giù, e per il momento non si profila una modifica», chiarisce Köllensperger.

Il M5S resta un partito con una organizzazione tutta sua, rispetto alla politica tradizionale, assai discussa sotto il profilo della democrazia interna. «Per quanto ci riguarda, seguiamo lo schema iniziale», riferisce Köllensperger, «Abbiamo i gruppi comunali, autonomi, e c’è il gruppo provinciale che si occuperà delle elezioni di ottobre». Il boom delle politiche serve per capire dove andare. La prossima tappa sarà un allargamento del mondo di riferimento. «Al di là dei nomi dei candidati, ci è chiaro che dovremo connotarci come un movimento che parla a tutti, sudtirolesi e italiani, gente di città e di vallata, lavoratori e imprenditori. La lista dovrà rispecchiare questo spirito. Siamo il punto di riferimento naturale di chi è stanco di vedere le stesse facce e un sistema di relazioni costruito in Alto Adige, come nel resto d’Italia», dice Köllensperger, che su questo ha già giocato un ruolo. «Paul è stato importante per fare breccia nel mondo tedesco», dice Castelli, «Visto quello che è successo con la candidatura di Maria Elena Boschi, ci vota chi cerca programmi e non poltrone». Diego Nicolini, che ha ottenuto il 20,3% come candidato al Senato nel collegio di Bolzano (20% anche per Filomena Nuzzo alla Camera), riassume: «Da imprenditore, so che molti dirigenti ci hanno votato. Altro che partito-incognita, se andiamo molto bene tra i giovani e le fasce più scolarizzate significa che siamo visti come i portatori del cambiamento radicale che serve all’Italia». Fino ad ora i rapporti tra M5S e Svp sono inesistenti. «Sono tutti in attesa di capire cosa accadrà a Roma», dice Köllensperger, «La Svp difficilmente sta all’opposizione. Come minimo si dichiarerà blockfrei e cercherà di ottenere il più possibile». Caterina Pifano, già candidata sindaco, conferma: «Alle provinciali non potrò esserci. Continueremo a crescere, finché ci presenteremo con progetti che parlino di povertà e sostegno all’economia».

©RIPRODUZIONE RISERVATALuigi Di Maio, Riccardo Fraccaro,













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