L'intervista

Maturi: «L’orso Pippo sarà la mascotte della nostra città» 

Il deputato leghista lancia la proposta in ricordo del plantigrado. «Davanti alla sua gabbia sono passate generazioni di bolzanini. In vista dei trent’anni dalla morte, voglio promuovere una serie d’iniziative»



BOLZANO. «Davanti alla gabbia dell’orso Pippo sono passate intere generazioni di bolzanini. Nel 2023 sono 30 anni da quando si è addormentato per sempre; noi tutti - in particolare i bambini di allora - dobbiamo qualcosa a quel plantigrado, segregato per anni in pochi metri quadrati, a Parco Petrarca. Per questo ho creato un Comitato per promuovere una serie di iniziative. Mi piacerebbe innanzitutto che diventasse la mascotte della città. Non solo: vorrei che la sua storia potesse sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza del rispetto degli animali che devono poter vivere nel proprio habitat». Promotore dell’iniziativa Filippo Maturi, deputato, responsabile del dipartimento per la tutela degli animali della Lega Nord. La lancia oggi che ricorre il 29esimo anniversario della morte di Pippo, l’orso amico dei bambini. 

Erano le 4 di mattina del 24 aprile del 1993 quando il veterinario Paolo Gallmetzer era entrato nella fossa del parco, ancora immersa nel buio, e si era avvicinato all’orso immobile, sprofondato nella paglia sotto la tettoia. Nella valigetta i farmaci e le siringhe per l’ eutanasia. Da quando era stata presa la decisione di far morire l’ orso sofferente, intorno alla gabbia c’erano sempre troppi curiosi. Ma alle 4 di mattina non c’era nessuno. Nella buca sotto gli alberi solo il veterinario e il vecchio orso. Pippo - seguito per tanto tempo con amore da Nica Buffa - da oltre otto anni conosceva Gallmetzer che più volte alla settimana gli si avvicinava per praticargli le iniezioni che alleviavano i dolori dell’ artrosi alle zampe posteriori. Lo aveva fiutato e non si era mosso. Il dottor Gallmetzer gli aveva praticato prima la preanestesia, poi l’ anestesia definitiva, quella che aveva fatto scivolare Pippo verso una morte dolce e senza dolore. 

Da dove nasce l’idea valorizzare il ricordo di Pippo?

Innanzitutto, c’è una scadenza di tipo temporale che si sta avvicinando: il 24 aprile del 2023 è il 30esimo della morte. Da qui l’idea di creare intorno al ricordo del plantigrado quel senso di comunità che a Bolzano manca. 

Ma perché, secondo lei, il ricordo del plantigrado può creare questo senso di comunità?

Perché Pippo è riuscito a richiamare attorno a sé generazioni di bolzanini. Intere famiglie tutti i giorni e in particolare la domenica passavano a parco Petrarca, per dare un saluto all’orso. Io stesso ci andavo e quando avevo saputo che era stato picchiato, ci ero rimasto malissimo. 

La sua iniziativa ha un sapore elettorale, visto che il prossimo anno - proprio a primavera - ci saranno le elezioni. 

La politica non c’entra nulla. Il Comitato è apartitico e si chiama: “Orso Pippo e Bolzano assieme per sempre”. Ne fanno parte già una quindicina di persone. Tra coloro che hanno aderito con entusiasmo anche il consigliere provinciale Sandro Repetto (Pd). 

Lei come si immagina il programma di iniziative?

Penso ad un anno di eventi, per ricordare la storia di Pippo; quello che ha rappresentato per la città. La decisione di addormentarlo, quando i dolori erano diventati troppo forti, era stata contestata da qualcuno, ma probabilmente sarebbe stata una crudeltà prolungarne l’agonia. La ricorrenza deve essere anche l’occasione per riflettere sul rapporto uomo- animale. Oggi non sarebbe neppur pensabile, tenere in gabbia un orso. Al posto della gabbia, c’è il centro giovanile “Pippo stage”, punto di ritrovo di giovani e giovanissimi. Potremmo mettere lì una scultura dedicata all’orso di Bolzano che potrebbe anche diventare una specie di attrazione turistica.

E poi vorrebbe che Pippo diventasse il simbolo della città. 

Simbolo è un concetto molto delicato da usare in particolare in un contesto complicato come quello altoatesino. Per questo più che di simbolo, parlerei di mascotte. 

Il comitato è aperto a nuove adesioni?

È quello che auspico. Da maggio, quando dovrebbero cadere anche le ultime limitazioni anti-Covid, presenteremo ufficialmente il progetto. A.M.













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