«Prevedibile la frana in via Defregger»

La perizia commissionata dalle famiglie: «La parete non era sicura, e i paramassi non erano adeguati»


di Susanna Petrone


BOLZANO. Era prevedibile che prima o poi quella parete rocciosa si sarebbe staccata, finendo sulle case sottostanti in via Defregger: questo è quanto emerge dalla perizia effettuata dal consulente tecnico Hermann Nicolussi, incaricato dall’avvocato delle famiglie Flavio Moccia.

La perizia riguarda la frana che a fine ottobre dell’anno scorso si era staccata dalle pendici del Guncina. Grazie a una buona dose di fortuna, nessuno era rimasto ferito. La paura però era stata tanta, visto che due macigni - rispettivamente di dieci e sessanta tonnellate - erano finiti a ridosso dell’edificio al civico 6. Immediatamente, i residenti avevano chiesto dei chiarimenti: chi avrebbe garantito loro che in futuro non sarebbe successo di nuovo? Alcune famiglie, dunque, hanno aperto un procedimento, che ha portato alla relazione del consulente tecnico Nicolussi. Le conclusioni sono nette: quella montagna è sempre stata una “bomba ad orologeria”. Il Comune e la Provincia rischiano ora una pioggia di querele da parte di chi ha subito i danni.

I lavori degli anni ’50. Secondo il consulente tecnico, negli anni ’50 erano stati cavati dei blocchi di roccia alla base della parete crollata. Questo «ha contribuito ad indebolire il piede del versante e a conferire allo stesso un’inclinazione maggiore - si legge -. Queste condizioni sono peggiorative per la stabilità del versante e predisponenti per fenomeni di crollo come quello che si è verificato a fine ottobre 2013». In parole povere: «Era possibile prevedere crolli di singoli blocchi o massi dalla parete del Guncina», spiega l’avvocato bolzanino Flavio Moccia.

Pericolo ignorato. L’esperto sottolinea che «in base alle precedenti considerazioni, oltre che ad osservazioni e misure dirette di blocchi tuttora presenti sullo stesso versante, era possibile prevedere che nell’ammasso roccioso, il sistema di discontinuità isolasse blocchi di dimensioni simili a quelli effettivamente crollati. La dimensione dei blocchi coinvolti nell’evento franoso in oggetto non può essere quindi considerata eccezionale».

Paramassi insufficienti. «Le barriere presenti al momento dell’evento sono state travolte e superate da due massi che ne hanno dimostrato la non idoneità tanto più che le dimensioni di tali massi erano prevedibili». Il perito conferma che le piogge intense i giorni precedenti alla frana, hanno accelerato il “collasso” della parete a causa di una pressione idraulica eccessiva. Ma conclude spiegando che sarebbe potuto succedere comunque da un momento all’altro. Il Comune e la Provincia avrebbero dovuto montare dei paramassi più adeguati.

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