LA PROCURA ANNUNCIA L’AVVIO DEL PROCEDIMENTO

Processo Stein, Petra Windt accusata di falsa testimonianza

BOLZANO. Ed ora Petra Windt, la presunta «testa di legno» posta ad amministrare formalmente la società «Stein an Stein Italia» per l’acquisto della piccola centrale idroelettrica di Mezzaselva,...



BOLZANO. Ed ora Petra Windt, la presunta «testa di legno» posta ad amministrare formalmente la società «Stein an Stein Italia» per l’acquisto della piccola centrale idroelettrica di Mezzaselva, rischia concretamente l’incriminazione per falsa testimonianza. Ieri in occasione della sua deposizione resa in collegamento web da Vienna, la donna ha fatto dichiarazioni in aperto contrasto con quanto testimoniato per rogatoria nel corso dell’inchiesta alla presenza anche delle autorità giudiziarie austriache. Nonostante il presidente Tappeiner l’abbia più volte ammonita (ricordandole che per falsa testimonianza rischia una condanna da 2 a 6 anni di reclusione) l’imprenditrice non ha cambiato atteggiamento neppure durante la fase dell’esame da parte dell’avvocato Beniamino Migliucci, patrocinatore di parte civile (per conto di Eisackwerk). L’imprenditrice austriaca ha cercato di scagionare in tutto e per tutto l’ex direttore generale di Sel Maximilian Rainer , nonostante alcune documentazioni (in particolare una email del 13 dicembre 2006) da cui (secondo la Procura) emergerebbe chiaramente il ruolo del tutto improprio svolto da Rainer nel corso della trattativa per l’acquisizione della centrale di Mezzaselva da parte della società «Stein an Stein Italia» costituita ad hoc. Dopo un paio di ammonimenti che non hanno indotto Petra Windt a cambiare atteggiamento, il procuratore Guido Rispoli ha deciso di rinunciare a proseguire l’interrogatorio. La donna ha smentito se stessa e quanto dichiarato nel corso dell’istruttoria facendo riferimento a possibili problemi linguistici e alla presunta stanchezza. Ieri sera il procuratore ha confermato che chiederà la trasmissione degli atti al suo ufficio per procedere nei confronti della imprenditrice (che oggi risulta unica titolare della società con un utile netto di circa 300 mila euro l’anno per l’energia prodotta dalla centrale). A carico della donna il procuratore Rispoli chiederà anche l’intervento della magistratura austriaca in quanto la deposizione di ieri è stata resa da Vienna in collegamento internet.

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