Profughi allo Zarenbrunn, Zaccaria: «È senza senso»

L’assessore si affianca all’appello di un comitato con Luis Durnwalder «L’edificio deve restare alla comunità russa, per le sue attività culturali»


di Ezio Danieli


MERANO. L’assessore comunale al bilancio, Nerio Zaccaria di Alleanza per Merano, boccia categoricamente l’idea di ospitare, presso lo Zarenbrunn, circa 45 minori profughi: "Sarebbe una soluzione inadatta che non favorirebbe certo l’integrazione". Zaccaria, che ha seguito come assessore al patrimonio la vicenda dello Zarenbrunn con la vendita dello stesso alla Provincia, è convinto di una cosa: "L’edificio di via Schaffer serve alla comunità russa e per questo era stato ceduto. Con i 6,8 milioni di euro il Comune di Merano aveva provveduto a realizzare i 40 alloggi per anziani in via Toti oltre a contribuire all’ampliamento del Martinsbrunn.

Ora, secondo le voci che arrivano con insistenza si punta a trasferire allo stesso Zarenbrunn oltre 40 minori profughi. Mi sembra, ed interpreto anche il pensiero di Alleanza per Merano, una cosa insensata. L’edificio deve restare alla comunità russa, per le proprie attività culturali. Così come previsto dal contratto firmato dalla Provincia, dal Comune e dalla Fondazione Borodine. Mi sembra che Merano abbia già fatto tanto per i profughi: oltre a quelli che ospita ha sottoscritto, primo fra i Comuni altoatesini, il progetto Sprar". La presa di posizione di Zaccaria si affianca a quella, recente, assolutamente contraria dell’ex governatore Luis Durnwalder, da sempre presente nei rapporti comunità russa e Alto Adige, come capofila di una lista di personalità che si oppongono alle intenzioni della Provincia di utilizzare parte dello Zarenbrunn per ospitare profughi minorenni non accompagnati. L’edificio di via Schaffer ospita la chiesa ortodossa San Nicola Taumaturgo e il centro russo. La scelta di destinare a migranti parte della struttura “è a parer nostro del tutto inaccettabile - scrive il comitato di firmatari dell’appello, tra i quali il presidente della camera di commercio italo-russa, opinionisti, giornalisti e consiglieri regionali - non intendiamo entrare nel merito delle politiche sull’immigrazione che intendono adottare le amministrazioni locali, ma non possiamo assistere silenti alla trasformazione di uno dei più importanti e storici contributi architettonici della cultura russa nel nostro Paese in un centro d’accoglienza per migranti. Palazzo Zarenbrunn e la chiesa di San Nicola devono tornare nella disponibilità della cittadinanza meranese ed essere affidati alla comunità russa, i quali antenati hanno voluto e donato quest’importante complesso alla nostra terra. Una scelta così inopportuna come quella che si accingono a fare Provincia e Comune, dimostrando una scarsa sensibilità circa il valore storico-artistico e simbolico della struttura, rischia seriamente di essere interpretata come un’offesa per l’intera comunità russa in Italia e un oltraggio nei confronti della Russia stessa. Porteremo a conoscenza di quanto sta per accadere anche le autorità russe, italiane e la diplomazia che si occupa delle relazioni tra Italia e Russia”, conclude il documento del comitato di firmatari.













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