Raccomandate, attese fino a 10 giorni

Recapito in difficoltà: sciopero degli straordinari, mancate sostituzioni di chi è in ferie e poca esperienza dei «novantisti»


di Davide Pasquali


BOLZANO. È solo la cartina di tornasole di una situazione al limite del surreale: una raccomandata “1” con ricevuta di ritorno, così denominata perché dovrebbe essere recapitata a destinazione in 24 ore. Dopo dieci giorni ancora non è arrivata. Però poi ci sono le raccomandate per le quali viene depositato l’avviso nella cassetta delle lettere, ma che poi alla filiale del rione non si riescono a scovare e non si possono ritirare. E ci sono i centralinisti cui si vorrebbe chiedere spiegazioni, ma che non rispondono al telefono, perché impegnati a consegnare i pacchi. Per non parlare dei cosiddetti novantisti, ossia di chi viene assunto per novanta giorni: per quanto in gamba non conoscono le zone di recapito. Per finire con le filiali che al pomeriggio chiudono a tradimento, senza che se ne dia notizia ai media, in modo che l’utenza ne possa essere messa al corrente e regolarsi di conseguenza. È la situazione delle poste a Bolzano città in questa metà d’estate, resa ancor più pesante per via dello sciopero degli straordinari e delle prestazioni aggiuntive proclamato a livello nazionale. I postini, insomma, anche se non tutti perché la Uil non aderisce, una volta finito il loro turno non si sobbarcano il lavoro di chi è in ferie, in malattia o in maternità e non viene sostituito dall’azienda. Lo sciopero in teoria sarebbe terminato l’8 luglio, ma gli effetti ancora si notano. Eccome.

Sono numerose le segnalazioni giunte in redazione in questi giorni, soprattutto da Gries dove, per ammissione degli stessi addetti al Cpo di via Resia, esiste un problema di recapito e non solo. Gli episodi raccontati hanno dell’incredibile. C’è chi va in posta in piazza Adriano alle 13.31 e si vede sbarrare la porta “perché sa, quest’anno, dal 7 luglio chiudiamo alle 13.30. A luglio tocca a noi, l’anno prossimo chiudiamo in agosto”. Come se l’utente medio tenesse a casa il calendario delle ferie dei dipendenti postali... Se non si è utenti abituali, che si recano quotidianamente in posta, non se ne sa nulla. Alle 13.31 del pomeriggio ci si deve armare di santa pazienza e raggiungere l’unica filiale che di sicuro è aperta: piazza Domenicani. Poi c’è chi riceve a casa l’avviso di una raccomandata, in cui si specifica: ritirare da domani in via Fago. Ci si reca alla filiale di buon ora, ma c’è una fila allucinante. Allora si sfrutta il fattore caldo e si ritenta alle 11.30. L’addetta è gentilissima, efficiente, ma la missiva non si trova. Sembrerebbe già consegnata, ma così non è. Allora si telefona al Cpo di via Resia. Un quarto d’ora di tentativi, invano. «Perdoni, l’addetto è solo e deve consegnare pacchi e raccomandate: non ha tempo di rispondere al telefono». Allora ci si reca di persona da via Fago a via Resia. Fila, ricerche indefesse al pc, si scopre che la raccomandata partita da Bolzano è finita a Bologna, da qui a Verona, da qui a Bolzano, poi se n’è persa traccia. “Anzi no, guardi, è stato fortunato, L’ho trovata”. Tempo perso: tre ore. Infine, tre raccomandate “1”, da Bolzano a Bolzano, costo 21 euro. “Tranquillo, domani arrivano”. Spedite la settimana scorsa, ancora non sono arrivate. Né la prima, né la seconda, né la terza, di cui si è in attesa anche della ricevuta di ritorno. Sarebbe una questione assai urgente. La prossima volta, ci si rivolgerà ad un corriere espresso.

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