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Racket della prostituzione, stroncata un'organizzazione criminale

Maxioperazione dei carabinieri con 200 uomini e 70 mezzi. Decine di perquisizioni e di persone fermate. Il territorio suddiviso in aree assegnate a clan di matrice romena.


Riccardo Valletti


BOLZANO. Prostituzione, rapine, furti di rame e di biciclette. C’era una mente criminale dietro a questi reati, che ne organizzava l’esecuzione, distribuiva il lavoro alla manovalanza, incassava e gestiva i proventi.

Un’intera organizzazione di matrice romena, sgominata da una maxi-operazione dei carabinieri condotta nella notte tra martedì e ieri, e che ancora ieri sera vedeva i militari impegnati nelle ultime perquisizioni e notifiche di ordinanze di custodia cautelare.

Un’operazione che arriva alla fine di lunghi mesi di indagini, coordinate dal comando provinciale di Bolzano, e che si sono estese in tutto il Nord Italia, fino ad arrivare a Milano, Genova e Torino, oltre alla vicina Trento. Duecento carabinieri, settanta auto, squadre dei cinofili e elicotteri: con questo spiegamento di forze sono state effettuate decine di perquisizioni e consegnate decine di ordinanze di custodia cautelare richieste dalla procura di Bolzano nei confronti di altrettanti appartenenti al sodalizio criminale.

Un’organizzazione agguerrita, che si dedicava in prevalenza al reclutamento e allo sfruttamento di giovani donne da destinare al mercato della prostituzione. Ad ogni “lucciola” veniva assegnato un obiettivo di una decina di uomini da adescare, prevalentemente anziani in cerca di compagnia, dei quali era costretta ad assecondare le richieste sessuali. Le prostitute erano controllate da vicino, ed erano costrette a consegnare il guadagno di tutte le prestazioni ai loro aguzzini.

La città era stata divisa in zone ben delineate, e affidate alla gestione dei due clan locali dominanti, comandati a distanza da un capo assoluto, anche lui romeno, residente a Torino. Una volta radicatosi sul territorio altoatesino, inoltre, il gruppo criminale aveva deciso di aprire nuovi settori di affari, iniziando a dedicarsi anche alle rapine, al furto di rame e ai furti di biciclette di grande valore.

Anche in questo caso nulla è stato lasciato al caso: il lavoro era infatti stato affidato ad un ulteriore clan, specializzato in questo campo, che a sua volta si era suddiviso il lavoro per zone di competenza e settore di attività. Un’organizzazione criminale verticistica, efficiente e con una gerarchia militare, quindi, con tratti simili alle mafie italiane, e operante in diversi rami della microcriminalità che apparentemente non sembrerebbero strettamente collegati.

Ancora in fase di stima il giro d’affari messo in piedi grazie alle molteplici attività criminali. L’operazione stessa, per la vastità del territorio ricoperto e per il numero delle persone interessate, ancora non precisato ma quantificato in decine, ieri sera era ancora in corso.

Per tutta la giornata, ieri, il comando dei carabinieri di via Dante è stato invaso da decine di militari, arrivati in rinforzo dalle numerose stazioni periferiche del territorio, e rimasti a supporto delle attività di identificazione dei fermati. Molti dei quali, già ieri mattina, sono stati trasferiti presso il carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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