Referendum: in consiglio torna il quorum zero

Dopo la prima bocciatura, la prossima settimana in programma il secondo round Bianchi (Pdl): «Proposta assurda e dannosa frutto del ricatto dei Verdi»


di Bruno Canali


LAIVES. Al primo tentativo, in occasione dell'ultimo consiglio comunale, la proposta della giunta di Laives di abbassare a zero il quorum per i referendum comunali non è passata. Serviva infatti la maggioranza qualificata, che è mancata e quindi si ritenta la prossima settimana in occasione della nuova riunione del consiglio comunale. Per il secondo “round” basterà la maggioranza semplice, vale a dire 16 voti dei 30 in aula e dunque, evidentemente, la possibilità che la delibera passi diventa molto più concreta. Questo sempre a livello teorico, perchè in maggioranza qualcuno ha già storto il naso e al primo passaggio in aula della proposta ha votato più per ragioni “di scuderia” che per intima convinzione.

Dice a propposito Hans Joahim Dalsass, Obmann della Svp di Laives: «Sappiamo che non tutti, anche in maggioranza, sono contenti di fronte alla prospettiva del quorum zero per i referendum comunali. D'altra parte, si voleva dare un segnale forte e comunque non è solo una proposta della Svp ma dell'intera coalizione di maggioranza».

Invita invece a votare contro questa proposta, il capogruppo del Pdl, Christian Bianchi, perchè la ritiene una «proposta assurda e dannosa, frutto del ricatto politico da parte dei Verdi comunali alla maggioranza».

Gli fa eco il collega d'opposizione Giuliano Vettorato (Lega Nord) affermando che non voterà la modifica dello Statuto comunale per introdurre il quorum zero, ma che comunque, «in questa maniera diventa interessante l'ipotesi di indire ad esempio un referendum per l'ampliamento del lido comunale».

Insomma, il quorum zero potrebbe veramente diventare un'arma a doppio taglio, anche se si alza contemporaneamente dal 7 al 10% il numero delle firme necessarie per chiedere i referendum comunali. Continua a propostito Bianchi: «Quorum zero significa che, raccolte le firme e indetto il referendum, basterà che un pugno di elettori si rechi alle urne per imporre scelte che riguardano l'intera collettività. Faccio quindi appello al buonsenso di tutti i consiglieri per mantenere il quorum magari non al 50%, ma almeno 40 o 35% ». Il fronte, dunque, è davvero apertissimo.

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