Il bilancio

Scuola, l’anno è agli sgoccioli: via agli esami per 2700 studenti 

Un 2021-22 difficile per la pandemia, ancora segnato dalle tante assenze di docenti e alunni. Agli esami di terza media e alla maturità tornano gli scritti. Ma non di tedesco e inglese. Le difficoltà della generazione Covid



BOLZANO. Ancora pochi giorni e l’anno scolastico 2021-22 finirà il 16 giugno. Un anno tutt’altro che facile per gli strascichi del Covid in autunno in inverno e in primavera ma che, nelle ultime settimane, finalmente, ha portato a migliaia di studenti altoatesini un po’ di normalità, comprese uscite all’aperto, gite, concerti, spettacoli eccetera. Addirittura le udienze finali dei genitori in presenza.

Il 17 giugno intanto, per la scuola in lingua italiana iniziano gli esami di fine primo ciclo che vedranno coinvolti 1.450 alunni; il 22 giugno invece via agli esami di Stato, per un totale di 1.250 studenti. Circa, occorre sottolineare, perché ieri sono iniziati gli scrutini e ancora non è dato sapere quanti esattamente verranno ammessi e quanti no.

Un anno molto complicato

Come precisa l’intendente scolastico Vincenzo Gullotta, «il 2021/22 è stato un anno scolastico complicato, sotto vari aspetti, ma, grazie alla flessibilità, alla dedizione e all’impegno di docenti e dirigenti siamo riusciti a gestirlo nel migliore dei modi. L’obiettivo che ci eravamo prefissati era di mantenere aperte le scuole ed è stato raggiunto pienamente. Ora siamo agli sgoccioli: ci avviamo verso l’ultima settimana di scuola, quasi ovunque stanno iniziando gli scrutini e presto prenderanno il via anche gli esami del primo ciclo (medie) e poi, il 22 giugno, quelli del secondo, la così detta maturità. Alle ragazze e ai ragazzi che hanno ancora questa prova davanti a sé, faccio un grande in bocca al lupo, mentre a tutti gli altri auguro buone vacanze».

Un’altra maturità sui generis

«Per fortuna siamo riusciti a rimanere in presenza tutto l’anno», commenta la preside del liceo Carducci Cristina Crepaldi. «È l’aspetto che in assoluto ci fa più piacere e che ha portato davvero grandi frutti». L’inizio è stato in salita, «ma poi ragazzi e docenti hanno potuto riprendersi e dopo lunghi mesi di Dad un po’ alla volta tutto è potuto rientrare nella normalità. Le regole, le abitudini anti Covid sono diventate normali. Adesso siamo davvero pronti per gli esami di Stato».

L'altro giorno al Carducci sono iniziate le simulazioni degli orali. «Le ho sempre fatte, anche quando ero preside al Battisti», va oltre Crepaldi. Soprattutto perché «gli studenti non hanno nessuna esperienza in questo tipo di trattazione, nel condurre loro, per più di un’ora, il discorso, che verte su tutte le discipline, con spirito critico, argomentando, utilizzando le conoscenze acquisite in anni. È molto importante: lo facciamo per tutti i ragazzi di quinta, per i quali tutto ciò risulta molto proficuo».

La simulazione è estremamente formale, come fosse l’esame vero e proprio: scelta dei materiali da sottoporre come spunto al colloquio, presentazione dei progetti di Pcto, alternanza delle lingue. Di sicuro però, per questi studenti, dopo due anni e mezzo di pandemia, la maturità non sarà semplice. «Ma i ragazzi sorprendono sempre, per le loro capacità intellettive e intellettuali, per la loro mente fresca. Certo, hanno potuto sperimentare meno alternanza scuola-lavoro, non sono stati all’estero a praticare le lingue. Qualcosa è loro mancato».

Duplice novità, all’esame di stato di quest’anno: ci saranno gli scritti, ma solo due e non quattro: italiano e materia di indirizzo, ma niente tedesco e niente inglese, che verranno affrontati all’orale. «Un po’ di preoccupazione non manca», prosegue Crepaldi. «A lungo dal ministero si sapeva che si sarebbe tenuta la prova di italiano, ma era stata esclusa la seconda prova scritta. Quando si è cambiato idea, c’è stato un poco di sconcerto».

La sorpresa non ha coinvolto solo i ragazzi ma pure i docenti, «perché le tracce per la seconda prova scritta non arriveranno da Roma, bensì dovranno essere predisposte dai docenti della classe». Maturità a parte, più o meno la solita agitazione di sempre, la solita preparazione di sempre. Crepaldi, però, tiene a concludere sottolineando la gioia di aver rivisto i ragazzi alle cene di maturità come si faceva in tempi pre Covid: «Donne in abito lungo e tacchi, uomini in giacca e cravatta, dopo due anni di rinunce». Unico neo, riguardo alla maturità, «è che ancora non conosciamo le misure di sicurezza da adottare. Non sappiamo nulla, attendiamo notizie dal ministero...»

Il desiderio di normalità

Il dirigente dell’istituto Bolzano Europa 2, Marco Fontana, che presiede anche l’associazione altoatesina dei presidi, commenta: «Tutto sommato il bilancio è positivo. Abbiamo ripreso quasi tutta la progettualità prevista dalla scuola in tempi normali». Nel corso dell’anno la frequenza degli alunni a scuola è stata sicuramente molto alta, nel senso che non ci sono stati periodi prolungati in Dad. La frequenza è stata regolare, ora siamo anche riusciti a fare le gite scolastiche e abbiamo ripreso le attività esterne. Le mie seconde e terze medie sono state a Dobbiaco, nella struttura provinciale, dove hanno dormito fuori per due giorni».

L’importante, prosegue, «è dare speranza a questi ragazzi. Certo, un piccolo rischio di ammalarsi durante la gita c’è, ma non si poteva rinunciare. Per esempio, ora abbiamo mandato due classi della primaria a Cesenatico per la Settimana Azzurra. Siamo fiduciosi, vogliamo dare segnali di normalità». A non fare determinate esperienze, infatti, «si perde l’aspetto della socializzazione».

Per il resto, sono ri-iniziate in pratica tutte le iniziative. Tolta la mascherina, che pesa sempre di più e solo a scuola è rimasta, «i ragazzi si sono riabituati alla normalità. Sono tornati i concertini a scuola, le udienze dei genitori, a lungo a distanza e ora normali a meno che mamme e papà preferiscano altrimenti».

E a giorni inizia l’esame finale del primo ciclo: «Si svolgerà subito, al termine delle lezioni. Il giorno dopo, 17 giugno, tema di italiano». Si deve finire assolutamente entro il termine perentorio del 30 giugno e per poter concludere tutti gli orali occorre scapicollarsi: esami al mattino e al pomeriggio, e pure al sabato. «Ci sono addirittura scuole, come le Archimede, che hanno chiesto di poter terminare le lezioni due giorni prima, avendo sette terze da esaminare». Il 18 giugno “mate”, da lunedì 20 gli orali. Tedesco e inglese solo all’orale. «Rispetto al periodo pre Covid - conclude Fontana - questi ragazzi sono svantaggiati. Sicuramente per loro l’esame di fine ciclo sarà interessante, importante, ma più consistente. D’altro canto, rientreranno nella normalità delle cose. Finalmente».

«Fateci un monumento»

«È stato un anno molto denso, articolato, complicato», commenta la preside dell’istituto comprensivo Bolzano 1 Centro Sabine Giunta. «Se andiamo al netto di festività, natale pasqua eccetera, Covid, distanziamenti, misure sanitarie, abbiamo cercato di recuperare la didattica, per quello che abbiamo potuto. Nonostante i molti vaccinati, si sono registrate molte assenze, tra alunni e docenti». Nonostante ciò, prosegue la dirigente, «abbiamo cercato di fare del nostro meglio».

Nell’ultima fase, con l’allentamento delle misure emergenziali, «c’è stata un’accelerazione relazionale. Abbiamo puntato molto sulle competenze non strettamente disciplinari: attività all’aria aperta, progetti teatrali e musicali, escursioni all’esterno. Ci siamo resi conto della enorme necessità di dover recuperare questa parte, per piccoli e grandi».

Per quanto riguarda gli esami di terza media, «i ragazzi che li affrontano quest’anno hanno vissuto tutta la secondaria di primo grado in fase pandemica, dal lockdown in poi. È chiaro che dei pezzi mancano. A loro, con gli esami, si chiede una prestazione più alta rispetto al loro vissuto scolastico». Nonostante ciò, la scuola altoatesina si è spesa il più possibile: «Non abbiamo abbandonato nessuno al proprio destino. Abbiamo dato il massimo per rispondere al mandato costituzionale: la scuola come ascensore sociale».

Senza voler polemizzare col settore sanitario, Giunta si augura quanto segue: «Ho letto che si è eretto un monumento agli infermieri. Visti i sacrifici fatti per i nostri alunni e le nostre alunne, sarebbe bello che, oltre al riconoscimento da parte dei singoli genitori e del sovrintendente, che benissimo conoscono ciò che si è fatto in questi due anni e mezzo di pandemia, ci fosse un riconoscimento pubblico, pienamente meritato, per il mondo della scuola. Sarebbe molto bello, se arrivasse». DA.PA.













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