Stalking a sfondo religioso verso il fidanzato della figlia

Lui, cristiano altoatesino, perseguitato dalla famiglia di lei di fede musulmana. Minacce, appostamenti e aggressioni: il gip ordina il divieto di avvicinamento



MERANO. Anche in Alto Adige, terra di confine, fertile per il mescolamento delle culture, mettere assieme due persone di religione diversa non sembra essere così facile. Al punto che si arriva a rischiare di avere minacce di morte e a subire una continua azione di stalking contro la propria persona e contro i propri familiari. A finire nel mirino delle minacce a sfondo religioso è un uomo residente nel Burgraviato, che ha la "colpa" di avere una relazione sentimentale con una donna dei Balcani, lui di religione cristiana, lei invece musulmana.

L'uomo, nel giro di nove mesi ha presentato ben cinque querele all'autorità giudiziaria, e recentemente ha addirittura ottenuto l'emissione da parte del giudice Silvia Monaco di una ordinanza per l'applicazione di misure cautelari del divieto di avvicinamento. In sostanza il giudice ha ordinato alla famiglia della donna di non avvicinarsi alla persona offesa, dovunque si trovi e di non comunicare attraverso qualsiasi mezzo, con lui e con i suoi congiunti. L'azione di intimidazione parte nell'estate dello scorso anno, quando l'uomo avvia un rapporto sentimentale con la donna balcanica.

La famiglia di lei cerca da subito in tutti i modi di dissuadere l'uomo dal tenere rapporti con la ragazza, adducendo motivazioni culturali e religiose. Poi dai miti consigli si passa alle minacce tramite telefono, a voce ed sms, e minacce personali tramite appostamenti sotto casa, al parco. Nelle premesse dell'ordinanza si parla addirittura di un inseguimento con un martello. Tutti atteggiamenti che di fatto hanno costretto l'uomo a cambiare le proprie abitudini di vita, limitando le frequentazioni della donna, evitando ripetute uscite, non uscendo mai da solo ma sempre in compagnia, fino ad arrivare a valutare il cambio di abitazione.

Nell'ordinanza si legge anche che quanto denunciato dall'uomo «ha trovato riscontro nelle indagini esperite. Dalle stesse è emerso che gli indagati proseguono imperterriti nel reiterare le condotte persecutorie. La persona offesa ha modificato le proprie abitudini di vita. Non riesce ad attendere con tranquillità e serenità ai propri impegni di lavoro e privati. La sua capacità di autodeterminazione è minata dalle condotte reiterate poste in essere dagli indagati, le quali hanno cagionato alla vittima un perdurante e grave stato di ansia e di paura, tali da ingenerare un fondato timore per la propria incolumità».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità