ORTISEI

Un fiocco azzurro tra i profughi ospitati a Ortisei

È nato Aron, figlio di una coppia giunta dalla Costa d’Avorio. Ora il Comune cerca di offrire degli impieghi ai nuovi arrivati


di Ezio Danieli


ORTISEI. Fiocco azzurro nel gruppo di profughi accolti a Ortisei. Nei giorni scorsi, è nato Aron, figlio di due dei 25 ospiti della casa messa a disposizione da Manuel Dellago. Aron è venuto alla luce all'ospedale di Bolzano e gode di buona salute, come la mamma che è già tornata con il marito a Ortisei, dove i profughi, il personale di assistenza e del Comune, i volontari hanno festeggiato il lieto evento. Mamma e papà di Aron arrivano dalla Costa d’Avorio e, prima dell’approdo in Italia, hanno vissuto un difficile periodo in Libia, concluso con la fuga attraverso il Mediterraneo.

A Ortisei 25 profughi in una casa privata L’edificio è vicino alla scuola elementare: i genitori degli alunni protestano Il sindaco: «La Provincia doveva avvisarci prima, ma noi siamo solidali»

La nascita di Aron è un sorriso che a Ortisei aiuta a stemperare le tensioni che nei mesi scorsi hanno avvolto l’arrivo, l’accoglienza, i progetti di assistenza ai profughi. “È un segno bellissimo che la vita prosegue - commenta il sindaco Tobia Moroder - e, speriamo, per questi profughi avvia un ritorno alla normalità, la fine di un periodo di eventi straordinari in negativo. Certo, per questi nostri ospiti resta lo status particolare, ma una nascita agevola e accelera la loro integrazione, il loro inserimento nel tessuto della nuova vita”.

“La situazione è migliorata rispetto ai primi giorni. Prevale l’impegno per l'integrazione - continua Moroder - dopo i mugugni di qualcuno per la vicinanza della casa dei profughi alla scuola. C'era stata una raccolta di firme per una protesta rientrata dopo i chiarimenti dati dalla Provincia”.

Dopo aver contribuito a organizzare per i profughi dei corsi per l'apprendimento della lingua (con insegnanti in pensione offertisi come volontari), il Comune sta ora pensando a cosa offrire loro sul mercato del lavoro. "Uno dei profughi ha già lavorato in inverno all’hotel La Perla a Corvara -aggiunge Moroder - e adesso bisogna pensare agli altri. Presto firmeremo la convenzione con il Commissario del Governo per l'impiego dei profughi da volontari in vari settori. Con noi firmeranno il Comune di S.Cristina e la comunità Salto-Sciliar". Dalla consigliera Mechtild Runggaldier, che ha la delega all'integrazione, arriva la notizia che “un altro dei profughi sarà impegnato in estate in un albergo in Val Badia”.

 













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