Bolzano

Volontariato in lutto per la morte di Rodolfo Culpo: sarebbe dovuto andare in pensione tra pochi mesi

Un'intera vita d’impegno sociale: era lo storico educatore dell’associazione Hands contro le dipendenze



BOLZANO. Avrebbe compiuto 67 anni il prossimo 10 ottobre e tra pochi mesi sarebbe andato in pensione. Invece, Rodolfo “Rudi” Culpo, storico educatore dell’associazione Hands, che opera nel campo delle dipendenze da alcol, da farmaci e da gioco d’azzardo, si è spento pochi giorni fa. Culpo lascia la moglie Licia, la figlia Giulia, la mamma Lucia e un fratello, Aldo.

Ma lascia, anche loro sgomenti e affranti, i tanti colleghi e le tante, tantissime persone che, nel suo lungo percorso di impegno, aveva aiutato, sostenuto e spronato per permettere loro di spezzare le catene della dipendenza e di riprendere in mano la loro vita.

Un impegno fatto anche di incontri, di prevenzione e di attenzione verso i più giovani, categorie più fragili che spesso nell’alcol cercano un rifugio ai problemi e alle insicurezze con cui, in questi anni, forse ancora più che in passato, gli adolescenti si devono confrontare. Con loro, Rudi aveva avuto sempre un canale diretto grazie alla sua innata capacità di ascoltare. Capacità che sperava avessero anche i genitori.

«Le ramanzine - spiegava Culpo, che si batteva con forza perché la legge ponesse limiti stringenti alla pubblicità di alcolici - non servono a niente. Anzi, rischiano di ottenere l'effetto contrario. Solo il dialogo e il rispetto reciproco favoriscono la maturazione consapevole del ragazzo».

Tanto scosso da non riuscire a parlare dell’amico e del collega, Bruno Marcato, direttore generale della comunità terapeutica, con cui Culpo ha lavorato in strettissimo contatto negli ultimi anni.

«Era uno dei personaggi storici di Hands – lo ricorda Georg Senoner, che di Hands è il presidente da poco più di un anno – un uomo che ha fatto la storia della nostra associazione. Rodolfo si occupava anche della parte informatica del sito ed era un punto di riferimento per tutti, in qualsiasi tipo di situazione. Oltre a questo, era molto apprezzato e stimato dai nostri pazienti che seguiva con grande cuore e grande passione.

Era sempre disponibile, sempre presente. Stare vicino a lui metteva di buon umore. Quando entrava in ufficio lui, anche se magari c’era una discussione in corso, la tensione svaniva e l’atmosfera cambiava. Allo stesso tempo, era un professionista di grande serietà, quando necessario anche molto esigente. Siamo davvero molto addolorati dalla sua scomparsa».













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