La storia

Jirko, lo streetworker pestato dal branco: «Otto contro uno»

Prybil, che alle provinciali è candidato con Enzian, è stato accerchiato e colpito alle costole e al volto. Ha perso un dente. «Non ho niente di rotto ma forti dolori». Teme si tratti di una vendetta legata al mondo dello spaccio


Massimiliano Bona


BRESSANONE. Brutale aggressione del branco - un gruppo di otto ragazzi tra i 16 e i 17 anni - a Millan, nel cuore di Bressanone, ai danni di un noto streetworker, Jirko Pribyl, 30enne di Chienes. Tutto è avvenuto in pieno giorno in un quartiere residenziale e a interrompere questa sorta di spedizione punitiva è stato solo l'intervento di un passante. L'educatore, che è stato preso a calci e pugni alle braccia, al ventre e alle costole, non ha niente di rotto, tranne un dente. «E dovrò pagarmi il conto del dentista», ha ironizzato.Jirko, che alle prossime provinciali si è candidato con il movimento Enzian, è noto per i suoi training camp piuttosto duri - destinati anche a ragazzi con problemi comportamentali e di dipendenze - durante i quali insegna a riprendere in mano la propria vita, abbandonando per sempre amicizie e strade sbagliate. Ed è proprio in questo contesto che sembra inserirsi il pestaggio di giovedì.

Avvicinato in pieno giorno

Pribyl era a Millan, verso le 13. E stava parlando con una coppia che gli aveva chiesto aiuto. Era in un bar, vicino a un noto supermercato. È passato un ragazzo di 17 anni e ha notato che lo stava osservando. Per Prybil non era una faccia nuova. «Quattro mesi prima gli avevo tolto cocaina e crack (i genitori del giovane si erano rivolti a lui perché aveva problemi di dipendenze ndr), perché volevo aiutarlo. Ci ho provato, ma quel ragazzo non si è presentato a nessuno degli incontri fissati». Quando Pribyl ha finito il colloquio con la coppia il giovane era assieme ad altri ragazzi. «Erano otto, tra i 16 e i 17 anni, e mi hanno seguito dal supermercato in direzione della mia auto parcheggiata. Si sono rivolti a me in tedesco, volevano parlare. Ho fatto con loro un tratto di strada. Lì vicino ci sono dei campi da calcio».

La brutale aggressione

Poi è successo tutto molto rapidamente. Un blitz di poche decine di secondi. «Si sono detti qualcosa in albanese, che io non ho capito. Poi è stato tutto veloce. Mi hanno accerchiato e hanno iniziato a colpire all'altezza della pancia, sulle costole e sono finito a terra. Uno dei calci ha centrato il mio incisivo, che si è spaccato». Il tutto è durato circa mezzo minuto, poi un passante ha alzato il tono della voce e sono andati via».

La denuncia contro ignoti

Lo streetworker ha sporto denuncia contro ignoti alla polizia. «Il giovane che conosco non mi ha colpito. Ho fatto il suo nome ma gli autori materiali del pestaggio non li conosco».Jirko è stato medicato all'ospedale: «Niente di rotto ma ho ancora dolori in diverse parti del corpo». Spiega di non avere paura ma sulle ragioni dell'attacco al momento può solo fare congetture. «Con il mio lavoro porto via clienti a chi spaccia e questa gente di solito non parla molto. Una volta ho assistito a un particolare episodio al parco della stazione a Bolzano: mi hanno detto a chiare lettere di sparire, altrimenti avrei pagato un conto salato». Pribyl parla dei rischi inevitabilmente connessi al suo lavoro. Ma non ha intenzione di mollare la presa e continuerà a lavorare a testa alta.

L'appello: «C'è droga in ogni paesino dell'Alto Adige: la politica deve svegliarsi e trovare una soluzione»

«Lavoro da quattro anni come streetworker con i giovani altoatesini. E una delle note dolenti è rappresentata proprio dalla droga. Ce n'è ovunque, in ogni paesino della provincia. Anche nei più piccoli». E lo stesso vale per la violenza: «Assistiamo ad aggressioni continue, addirittura quotidiane nel caso di Merano e Bolzano».Secondo Pribyl il problema sicurezza va affrontato con la necessaria determinazione. «Certo, nei vari fatti di cronaca sono coinvolti anche gli altoatesini ma con il mio lavoro vedo sempre più stranieri».L'educatore non ha alcuna intenzione di farsi intimorire: «Farò di tutto per cercare di porre fine a questa situazione. La politica, però, deve assolutamente svegliarsi e reagire. Va trovata una soluzione».













Altre notizie

Attualità