Festa dell’Unità nazionale, mancano sindaco e vice 

Merano. Il 4 novembre schierati militari, forze dell’ordine e diverse associazioni. Ma nessuno in fascia tricolore per l’alzabandiera davanti al monumento all’Alpino



Merano. C’erano le truppe alpine, c’erano i rappresentanti delle forze dell’ordine. C’erano i delegati delle associazioni combattentistiche e d’arma. Ma in rappresentanza dell’amministrazione comunale, nessuno. Non il sindaco, non il vice, nessuno della giunta o del consiglio municipale delegato a indossare la fascia tricolore. Un’assenza che non poteva passare inosservata. E così è stato, ieri, alla cerimonia per la Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze armate.

Cerimoniale.

L’appello di presenze e assenze alle cerimonie celebrative e commemorative è sempre un tasto delicato, a maggior ragione nel nostro territorio. E proprio per questo esserci o non esserci è ancora più significativo.

Prima delle 9 in piazza Mazzini si sono schierati il picchetto e la guardia d’onore al monumento all’Alpino. È seguita la cerimonia, mentre il traffico veniva bloccato, con gli onori alla massima autorità militare, l’alzabandiera, l’onore ai caduti e la deposizione della corona. Cerimoniale secondo protocollo, se non per l’assenza dell’autorità civile in rappresentanza del Comune.

«In tanti anni, è la prima volta» protesta Alfredo Torneri, vertice dell’Ana Merano. «Da sempre frequento le cerimonie istituzionali, al tempo come consigliere comunale, oggi come capogruppo dell’associazione alpini, e mai ho vissuto un momento ufficiale di questa importanza senza un rappresentante del nostro Comune».

Ricorrenze e simboli.

E sì che l’invito a partecipare alle celebrazioni del 4 novembre, nello stesso documento che ricordava la commemorazione del 2 novembre al cimitero, portava la firma del sindaco Paul Rösch. La stessa amministrazione che invitava le associazioni combattentistiche e d’arma a partecipare, non s’è presentata. Per un disguido d’agenda, afferma il vicesindaco Andrea Rossi (come riportato nel box).

Di fatto, l’episodio rilancia il dibattito sulle ricorrenze e sui loro simboli. È di questi giorni la critica all’amministrazione di scarsa attenzione nei confronti del “luogo della memoria” in via Zuegg, trascurato e dimenticato 364 giorni l’anno. Ora questo scivolone. SIM

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