Negozi, per Natale calo del 30% 

Commercio. Gli affari delle settimane d’Avvento in linea con le vendite registrate nel resto dell’anno funestato dal Covid Deflorian (Confesercenti): «Anche i quattro giorni di blocco imposti da Kompatscher pesano, l’apertura poteva aiutare»


Simone Facchini


Merano. Il commercio natalizio meranese, in media, deve fare fronte a un calo del 30%. Più o meno in linea con la flessione proiettata sull’intero 2020 funestato dal Covid. Certo è che dicembre sui conti pesa, per tante categorie, ben più di altri mesi.

Il blocco.

A tracciare alcune coordinate del momento è Aris Deflorian, responsabile del commercio fisso per la Confesercenti meranese. «È ovvio che a soffrire di più siano stati quei negozi che dipendono soprattutto dal turismo. Il blocco degli ultimi mesi, dopo la boccata d’ossigeno estiva, ha riflessi pesanti». Niente manifestazioni, niente Mercatino, confini regionali bloccati. Per chi vive principalmente dello shopping turistico, è notte fonda.

Il peso degli affitti.

Perché se la media delle perdite natalizie si attesta attorno a quel 30%, per certe attività esplode fino al 70-80%. Chi fa business con i souvenir, per esempio. Con conseguenze che mettono a repentaglio il futuro di tante attività commerciali. Tanti clienti nel frattempo hanno trovato dimestichezza con gli acquisti online, altro fattore determinante.

«Qualcuno è riuscito ad attutire l’impatto - spiega Deflorian - ma per tanti il momento è difficile». In particolare sulle attività del centro pesano gli affitti alti, per grandi metrature le cifre superano i 20 mila euro mensili. Qualche proprietario è venuto incontro i commercianti, altri meno. C’è poi la differenza fra grandi catene dalle spalle larghe e piccoli negozi.

La via altoatesina.

La via altoatesina alle regole anti-Covid dà ossigeno agli spostamenti ma penalizza le attività commerciali e di ristorazione. Rispetto alle regole del governo, quattro giorni di “zona arancione” in meno per i provvedimenti firmati da Arno Kompatscher. «Quatto giorni che possono sembrare poca cosa ma così non è» osserva Deflorian. «Nell’immediato, dopo Natale i negozi hanno sempre lavorato bene ma non potranno farlo per le decisioni della Provincia. Oltre al contraccolpo da un punto di vista economico, c’è quello emotivo. La categoria si è sempre impegnata al massimo per rispondere alle prescrizioni, abbiamo dimostrato di saper gestire ingressi contingentati e in sicurezza».

Domani?

Se qualche negozio ha già dovuto alzare bandiera bianca nei mesi scorsi, a preoccupare è l’orizzonte. Altri nodi verranno al pettine quando saranno da saldare le dilazioni finora concesse. Nubi sul 2021.















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