Il raggiro

Prenota un alloggio a Venezia, meranese truffata online 

La studentessa ha versato 280 euro per un appartamento in laguna dove trascorrere le vacanze con i genitori. L’offerta pubblicata su una nota piattaforma ma il link per il pagamento è un falso e l’abitazione affittata inesistente


Jimmy Milanese


MERANO. Pasqua amara e con truffa per una studentessa meranese in vacanza assieme alla sua famiglia a Venezia. «La mattina di Pasqua, valigie in mano, ci siamo ritrovati in mezzo alla strada a Venezia, dopo avere scoperto di essere stati truffati in seguito a una prenotazione su nota piattaforma turistica», esordisce la 23enne residente a Merano.

La ragazza studia all’Università di Bolzano, anche se la sua famiglia vive in Germania. Per questo, la decisione di passare la settimana di Pasqua assieme. «I primi giorni di vacanza sono andati via senza problemi. Avevamo prenotato in una struttura dove ci siamo trovati bene. Poi, proprio il giorno prima di Pasqua, dalla struttura dove eravamo ci è stato detto che purtroppo lì non sarebbe stato più possibile rimanere e in poche ore abbiamo dovuto cercare una nuova sistemazione per due notti».

In una Venezia piena di turisti, trovare un alloggio per quattro persone per Pasqua non è certo impresa facile. Quindi, immediata la ricerca sul portale e, infine, sospiro di sollievo quando tra le pochissime opzioni appare un appartamento disponibile per il giorno successivo - domenica di Pasqua - per due notti consecutive alla cifra complessiva di 280 euro. Una palla da prendere al balzo, deve avere pensato la studentessa. Quindi, la prenotazione fatta regolarmente sulla piattaforma online che invia alla studentessa regolare conferma di prenotazione.

È a quel punto che si materializza la truffa, fuori dai canali del portale ufficiale. Stando a quanto si può leggere sulla stampa specializzata, un tipo di truffa sempre più diffusa. A raccontarlo è la stessa ragazza la quale, messaggi alla mano, ci spiega quanto le è accaduto.

«Dopo pochi minuti dalla prenotazione (sabato mattina), mi arriva un messaggio whatsapp da un altro soggetto turistico nel quale vengono ricapitolati tutti i miei dati di registrazione e mi viene chiesto se avessi bisogno di altri servizi, come ad esempio un taxi dall'aeroporto a Venezia.

Essendo già in laguna, rispondo che avremmo solo voluto lasciare i nostri bagagli presso la struttura prenotata già alle 10 di mattina. Immediatamente ci rispondono che va bene. Poi, dopo qualche minuto, dallo stesso numero mi viene comunicato che la mia carta non aveva superato un controllo di sicurezza, invitandomi a saldare quanto prima il conto. Sempre su whatsapp mi viene inviato un link dicendomi di procedere attraverso quello al saldo dell’importo dovuto», racconta la ragazza, per nulla insospettiva della comunicazione avvenuta fuori dalla prima piattaforma, proprio perché tranquillizzata dal fatto che chi le stava scrivendo aveva i dati della sua prenotazione e per la natura di quel link.

Infatti, il link indicatole via whatsapp - che la ragazza ci mostra - assomiglia in tutto e per tutto a una pagina del portale ufficiale, anche se si rivelerà uno specchietto per le allodole capace di tranquillizzare il truffato che effettua il pagamento convinto di trovarsi all’interno dei canali dell’operatore regolare.

A quel punto, per non ritrovarsi assieme alla sua famiglia senza una sistemazione in piena Pasqua, la ragazza effettua il bonifico tramite il link indicatole, pensando che tutto si sarebbe risolto.

«La mattina seguente ci siamo recati all’indirizzo della struttura indicato nella prenotazione aspettando che, come da accordi, arrivasse il proprietario per tenerci i bagagli e consegnarci le chiavi, ma nessuno si è fatto vivo, nonostante le mille telefonate. Sono spariti e non hanno più risposto ai messaggi. A quel civico ci hanno spiegato che lì non esistono appartamenti in affitto e solo a quel punto ho iniziato a capire che ero stata raggirata. In seguito ho notato che quel numero dal quale ricevevo messaggi whatsapp era di una utenza messicana e che effettivamente dal mio conto erano stati prelevati soldi versati su un conto estero.

Nel frattempo, di quella struttura sulla piattaforma ufficiale non c’era più alcuna traccia. Dopo un primo momento di sconforto, ho dovuto comunicare tutto alla mia famiglia e per mancanza di strutture a prezzi abbordabili a Venezia ci siamo trasferiti a Jesolo, dove siamo rimasti per altre due notti», racconta la ragazza.

Immediatamente, la studentessa ha fatto partire una segnalazione alla piattaforma turistica ufficiale, proprio per evitare che l’operatore olandese prelevasse a sua volta l’importo di 280 euro dalla sua carta, visto che la prenotazione risultava comunque effettuata e senza possibilità di recesso. Proprio un operatore della stessa ha spiegato alla studentessa come fossero andate le cose.

Avendo eseguito una operazione fuori dai canali garantiti del portale, ovvero tramite un link fake inviatole da ignoti via whatsapp, l’operatore non poteva essere responsabile per quanto accaduto. Rimane però il fatto che, a prescindere dalla truffa via whatsapp, sul noto portale di prenotazione olandese per almeno qualche ora è rimasta pubblicizzata una struttura, a conti fatti inesistente.

A quel punto, alla studentessa non è rimasto alto da fare se non bloccare la sua carta e sporgere denuncia alle forze dell’ordine con la quale successivamente potrà presentarsi presso il suo istituto di credito nella speranza che, grazie agli estremi della transazione, questo riesca a restituirle il maltolto.













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