La storia

Trova lavoro, cerca casa ma «sparisce» la caparra 

Un giovane del Sud arriva a Merano per un colloquio, ottiene il posto e cerca alloggio. Si affida a un conoscente che gli chiede 200 euro: «È sparito e con lui sono volati anche i soldi»



MERANO. Una truffa che se non farà molto male al portafogli, di sicuro lo fa al cuore, quella subita da un ragazzo di 23 anni originario del Sud Italia, da qualche giorno domiciliato in città. Infatti, racconta il ragazzo che a Merano è arrivato in seguito a una disperata ricerca di lavoro come tuttofare nel mondo della ristorazione: «Dopo mesi alla ricerca di un lavoro nella mia zona, assieme alla mia compagna abbiamo preso la decisione di valutare anche un eventuale trasferimento. Tra cinque mesi diventeremo genitori e abbiamo bisogno di un reddito sicuro», esordisce il ragazzo.

Quindi, dopo varie ricerche in rete, la coppia arriva a un gruppo Facebook con focus sulla provincia di Bolzano. Ormai senza speranze, postano una richiesta di lavoro e dopo poche ore, grazie al tam tam arriva una risposta. Immediata la corsa del ragazzo in treno a Merano per un colloquio alla fine del quale arriva la bella notizia.

«Può iniziare anche la prossima settimana: si trovi un alloggio e mi faccia sapere», la risposta dell’albergatore meranese che con quella frase aveva letteralmente trasformato la vita precaria della giovane coppia. Già, ma a quel punto per i due l’unico ostacolo era rappresentato dal trovare, e anche in fretta, un alloggio. Ecco che quei contatti sul famoso social network, grazie ai quali il lavoro era arrivato, ai due sembrano la via migliore per fare tombola, dopo avere fatto bingo.

«Con diversi membri del gruppo mi ero scritto in privato, uno di questi, pure lui del Sud, abita in Alto Adige. Uscito dal colloquio di lavoro, tra gli altri prendo contatti anche con lui, chiedendogli se per caso sapesse come fare per trovare velocemente un alloggio nella zona del meranese, che peraltro non conoscevo», spiega il ragazzo il quale aggiunge: «Ci siamo visti il giorno seguente, la notte ero rimasto a Merano alloggiando in una pensione, sicuro che quella persona mi avrebbe potuto aiutare. Almeno, così mi aveva detto. All’appuntamento si è presentato un poco nervoso, ma non ci ho fatto caso, se non qualche ora dopo», chiosa il giovane, evidentemente in una situazione di fragilità che non gli ha fatto valutare quello che stava accadendogli.

«Abbiamo preso un caffè, mi ha spiegato e ripetuto che a Merano è difficile trovare una casa a prezzi decenti, ma allo stesso tempo ha detto che qualche contatto lo aveva, bastava un piccolo anticipo di 200 euro per bloccare un appartamento», racconta. E a quel punto, la truffa. «Era un compaesano, mi sono fidato e gli ho dato 200 euro senza troppe domande, poi il giorno dopo, quando ero tornato a casa, parlando con la mia compagna mi sono sorti dei dubbi. L’ho chiamato, ma lui era praticamente sempre non rintracciabile. Si è fatto negare, fino a bloccarmi, minacciando di non saperne nulla e querelarmi per molestie», conclude il ragazzo che alla fine di questa storia l’appartamento lo ha trovato.

«Pazienza per i 200 euro, mi ha fatto male che a truffarmi fosse proprio un mio compaesano. Se dovessi rivederlo? Non lo so, sarebbe la mia parola contro la sua, ma dalle nostre parti la parola conta, almeno per me», conclude amaro il ragazzo. J.M.













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