Nera e rosso fuoco: una pietra preziosa chiamata «Meranite» 

È stata scoperta dal collezionista di minerali Paul Berger Rinvenuta in Val di Nova, è stata trasformata in gioielli


di Ezio Danieli


MERANO. Merano ha la sua pietra preziosa: si tratta della Meranite ed è stata rinvenuta nella gola della Val di Nova. È stata presentata, con giustificato orgoglio, l'altro pomeriggio dai responsabili di Merano 2000 nel corso di una simpatica conferenza stampa cui hanno partecipato numerose persone incuriosite dalla novità.

Oltre 280 milioni di anni fa forti esplosioni e colate di lava hanno dato origine a una delle più grandi aree vulcaniche al mondo. Tra i blocchi di lava nella gola della Val di Nova, calde acque hanno dato vita a un particolare minerale della famiglia del diaspro. Silicio, ossigeno e tracce di ferro sono gli elementi che lo compongono e le sue vene rosso fuoco ciò che lo rendono una pietra preziosa unica nel suo genere.

Scoperta e recuperata dal collezionista di minerali Paul Berger, questa pietra è appunto stata battezzata Meranite. Il minerale con le sue vene rosso fuoco è diventato gioiello grazie al lavoro, duro e pesante, dello stesso Berger, dei due levigatori di pietre Sepp Frei e Giuliano Canada e dell'orafo Konrad Leimer.

Il viaggio storico e geologico che ha portato alla formazione della pietra fino alla lavorazione artistica della Meranite è stato introdotto da Sonja Pircher, presidente della società degli impianti di Merano 2000, che ha lasciato poi la parola a Volkmar Mair, direttore dell’Ufficio di Geologia della Provincia, che ha illustrato le varie fasi che hanno preceduto la formazione dell'area vulcanica in cui ha avuto origine questo particolare minerale della famiglia del diaspro. Poi, tutti i convenuti alla presentazione di Meranite, si sono trasferiti in funivia alla stazione a monte dove erano esposti i vari gioielli realizzati dall'orafo Konrad Laimer e dove Bianca Cappello, storico d’arte, ha spiegato il valore della Meranite e la sua influenza nel settore dei gioielli.

Dopo un breve intervento dell'assessore comunale Stefan Frötscher, è toccato a Konrad Leimer spiegare i suoi gioielli in bella mostra che hanno richiamato interesse dei convenuti ed in particolare delle signore. «Ho percepito il potenziale espressivo della Meranite - ha detto Leimer - e mi sono assunto la responsabilità di creare una linea di gioielli belli e portabili in grado di esaltare l'unicità della pietra legandola al corpo che la indossa. Questa collezione svela anche l'intima identità di Merano raccontando la storia più antica della sua zona, un paesaggio che resta idilliaco pur essendosi creato in tempi remoti grazie ad eventi vulcanici che furono squassanti». La Meranite è una pietra che va rispettata. Pronta com'è a confidare una storia lunga, tragica e bellissima al tempo stesso. «Ogni persona - ha concluso Leimer - che la indossa diventa un testimone vivente di un tempo misterioso che è scomparso».













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