Femminicidio

Omicidio Giulia Cecchettin: trovato un coltello spezzato nel luogo dell'aggressione

La lama sarebbe stata rinvenuta dagli investigatori già nei primi momenti dell’indagine, ma del fatto si è appreso solo oggi, 19 novembre

L'ARRESTO. Filippo Turetta fermato in Germania
IL RITROVAMENTO. Rinvenuto il corpo di Giulia vicino al Lago di Barcis
L'AUTO Tracce della Fiat Punto nera in Alto Adige e in Austria
LE RICERCHE/1 In campo la protezione civile
LE RICERCHE/2 Riprese le ricerche in Alta Pusteria



VENEZIA. A Fossò (provincia di Venezia) nel luogo dell’aggressione a Giulia Cecchettin, ripresa dalle telecamere di videosorveglianza, sono stati repertati alcuni oggetti tra cui un coltello spezzato.

La lama potrebbe anche non essere quella usata dal 22enne per colpire la ragazza, era stata trovata subito dagli investigatori, nella prima fase delle indagini, ma del fatto si è appreso solo oggi.

Nel video si vede come Giulia abbia cercato di scappare dopo l’aggressione di Filippo, ma lui l'ha rincorsa e l'ha colpita nuovamente, caricando poi il corpo nell'auto.

Secondo le ricostruzioni Filippo Turetta, a quel punto si sarebbe diretto verso nord, fino al lago di Barcis, in Friuli, dove ha abbandonato il corpo di Giulia Cecchettin. Il ventiduenne avrebbe portato in braccio lungo il dirupo il cadavere della ragazza e lo avrebbe deposto sotto una grande roccia. Infine, avrebbe sistemato alcuni sacchi neri sopra i vestiti di Giulia.

Il cadavere è stato individuato e recuperato ieri mattina, 18 novembre: presenterebbe i segni di una ventina di coltellate su tutto il corpo e sulle mani, segno che la ragazza ha provato in tutti i modi a difendersi.

Filippo Turetta comparirà "di fronte al giudice di Halle, che deciderà solo sulla sua detenzione", ha detto una portavoce della polizia della città dopo il suo arresto. Dopo questa fase, ha aggiunto, "con grande probabilità sarà trasferito in una prigione, senza tornare negli uffici della polizia di Halle". A quel punto, ha concluso, "il Tribunale regionale superiore (Oberlandesgericht) di Naumburg, prevedibilmente domani o nei primi giorni della settimana, deciderà sul suo caso e se ci sarà a breve l'estradizione".

Al momento dell’arresto, questa mattina in Germania, Filippo Turetta non ha opposto resistenza. Anzi, agli agenti della polizia stradale tedesca che lo hanno fermato è apparso stanco e rassegnato, come se fosse ormai desideroso di consegnarsi. E' quanto avrebbero comunicato, secondo quanto si apprende, le autorità tedesche a quelle italiane dopo il fermo del giovane su un'autostrada vicino Lipsia.
L'auto di Turetta era ferma sulla corsia d'emergenza perché, secondo gli agenti, era finita la benzina e Filippo non aveva soldi per fare nuovamente rifornimento.

Ad insospettire la pattuglia che era in servizio sull'autostrada e che ha poi effettuato l'arresto, sempre secondo quanto si è appreso, è stato il fatto che la Punto nera era ferma senza le luci di emergenza accese.

I poliziotti hanno così fatto un controllo sulla targa e hanno scoperto che quell'auto era segnalata nel circuito della cooperazione internazionale. Proprio perché la vettura era segnalata, gli agenti hanno proceduto con cautela all'identificazione del giovane che era alla guida ed è emerso che si trattasse proprio di Turetta. Il quale, una volta identificato, non ha opposto resistenza.













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