il rapporto 2014

Addio agli ultimi "fondatori" sloveni: ora sono tutti orsi italiani

Con la morte di Daniza e Gasper finisce un ciclo. Popolazione ursina stabile e in buona salute. Presenti sul territorio un minimo di 41 animali e un massimo di 51



Il 2014 segna un passaggio simbolico: sono deceduti gli ultimi due orsi fondatori della popolazione locale di origine slovena, Gasper e Daniza. Adesso tutti gli orsi che si muovono in Trentino e in Alto Adige sono nati qui. E un altro fatto rilevante ha segnato un passaggio: Daniza è stata, suo malgrado, la protagonista del primo caso di aggressione con un contatto diretto fra orso e umano. Le polemiche scaturite dopo la sua morte hanno dimostrato che l'interesse per i grandi carnivori e per l’orso in particolare resta elevatissimo, sia in senso positivo che negativo.

Ieri sera al Muse è stato presentato il tradizionale rapporto Orso e Grandi carnivori. Ne emerge in sintesi una situazione della popolazione di orsi sostanzialmente stabile, forse in leggero calo. Si possono avanzare alcune ipotesi al riguardo, spiega il Rapporto: che vi siano stati alcuni casi di abbattimenti illegali; che si stiano palesando dei limiti nel monitoraggio, in relazione al maggior numero di orsi presenti sul territorio negli ultimi anni, infine potrebbe esserci, effettivamente una diminuzione della produttività della popolazione. La buona notizia è però che la popolazione di orsi è caratterizzata da un’ elevata diversità genetica. La popolazione slovena, del resto, dalla quale furono prelevati gli orsi fondatori, è a sua volta una popolazione geneticamente diversificata e questo per garantire un futuro alla piccola popolazione delle nostre montagne è fondamentale. Il numero minimo di animali considerati presenti a fine 2014 è pari a 41. La popolazione accertata è composta da 20 adulti, 14 giovani e 7 cuccioli. Tuttavia, la stima è che gli orsi presenti potrebbero essere anche 51, con una forbice quindi di dieci esemplari rispetto al numero minimo. Alcuni individui infatti non si rilevano e poi riappaiono a distanza di tempo, rendendo il lavoro di censimento una sorta di work in progress. Sono 41 le cucciolate accertate a oggi in Trentino negli ultimi tredici anni e almeno 88 gli orsi nati. Sei orsi si sono spostati anche in regioni limitrofe. In un caso è stato anche accertato il ritorno di un maschio (MJ4), in alta Val di Tovel, dove è stata trovata la sua tana di svernamento. Dunque sono due gli esemplari che hanno stazionato solo fuori provincia: M29 rilevato in provincia di Brescia e M28 in quella di Bolzano. Tutti e otto gli orsi individuati anche o solo fuori provincia nel 2014 sono maschi. Gli orsi che hanno frequentato anche la provincia di Bolzano sono stati cinque, tutti sui versanti che vanno dalla destra orografica della val d’Ultimo alla destra Adige fino al confine con Trento. Due orsi hanno frequentato invece il Veneto e tre la Lombardia. Le femmine invece non escono dalla provincia, e questo è un dato costante. In ogni caso gli spostamenti degli orsi verso zone meno abituate alla loro presenza resta un tema critico, in termini di accettazione sociale. Del resto, secondo i dati disponibili la mortalità degli orsi rinvenuti è da ricondurre a cause umane nel 43% dei casi, a cause naturali nel 22%, a cause sconosciute nel 35% dei casi. Sul fronte dei danni, il rapporto spiega che nel 2014 sono stati liquidati 99.900 euro di indennizzi (89.000 per danni da orso bruno, 9.200 per danni da lupo, 1.700 di per danni da volpe-martora). Si continua a lavorare sulla prevenzione. La spesa complessiva sostenuta dal Servizio, nel 2014, anche grazie a fondi del Progetto “Life Arctos” (che ha coperto il 60% degli stessi) ammonta complessivamente circa a 48.000 euro.













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Davide Pasquali

Attualità