L'iscrizione

Protezionisti altoatesini, aderisce anche il vescovo Ivo Muser 

La decisione a sorpresa al termine di un colloquio con i neoletti vertici provinciali. Non solo un sostegno formale. La Chiesa locale invitata a spegnere le luci degli edifici sacri



BOLZANO. Se la natura smette di essere solo natura e diventa creato c’è la speranza che le cose cambino. Perché anche noi siamo “creature” al pari del resto. Si sa mai che affiori così una nuova solidarietà verso la Terra che, temporaneamente, ci sta ospitando. Ed è così che la Chiesa di Muser prova a recuperare la sua identità francescana e si pone al fianco delle battaglie ecologiche. Per le quali il vescovo evita di usare termini così guerreschi ma la sostanza non cambia. E infatti Ivo Muser ha preso carta e penna e ha riempito il modulo di adesione alla molto estesa Federazione ambientalista dell’Alto Adige.

Erano andati in curia per sensibilizzare anche la Chiesa nei confronti dei tanti fronti aperti, i nostri ecologisti. I quali probabilmente non si attendevano una così esplicita e formale discesa in campo. E invece ora il vescovo è un iscritto. “Datemi pure il modulo” ha sillabato Muser. Detto fatto. La missione, in verità, non era estemporanea: in Provincia si dovrebbe discutere di inquinamento luminoso ed è in questa (appunto) luce che la Federazione ha intrapreso questo tentativo di far affiancare quanti più pezzi di società possibili a questo tentativo non solo di risparmio energetico ma anche di difesa ambientale.

“Ci sono molte creature che rischiano di scomparire proprio per il mutamento che la luce artificiale notturna provoca nel loro contesto di vita o riproduttivo” ha osservato il neo presidente degli ambientalisti federati altoatesini Josef Oberhofer. “Pensiamo solo agli insetti o ai pipistrelli” ha aggiunto Madeleine Rohrer che ne è la direttrice. Uno pensa: i pipistrelli? Ebbene sì. Come potrebbe pensare: le api? Altrettanto. Si tratta di creature che garantiscono la tenuta complessiva del sistema e le sue connessioni profonde.

Ma la missione in curia non era solo mirata ad una formale condivisione. C’è di mezzo un’azione concreta che la Chiesa può mettere in campo: lo spegnimento di tante luci negli innumerevoli edifici di proprietà ecclesiastica, dai luoghi di culto ai conventi, dagli edifici associati alle cappelle “potrebbero dare un contributo tangibile”È, hanno spiegato gli ecologisti, all’azione virtuosa anche sul piano del risparmio energetico, piano che ci toccherà sempre più da vicino già il prossimo inverno di questi tempi.

“È difficile sapere dove far leva da soli in questo contesto - ha detto Muser - per questo è importante non farsi intimidire dalla complessità delle situazioni e fare invece un passo alla volta”.

Certo, se la Chiesa nel suo complesso potesse assumere un ruolo guida in questa sfida di sostenibilità complessiva sarebbe un elemento trainante per tutto il mondo economico e politico del territorio. Naturalmente questa presa di posizione pubblica del vescovo non nasce per caso. E non solo oggi.

Innanzitutto Muser da quando ha avviato la sua missione vescovile pare sempre porsi un passo avanti rispetto a battaglie anche scabrose che riguardano Chiesa e società nel suo insieme. Pensiamo solo alla schiettezza nell’affrontare i temi dell’accoglienza e dell’emigrazione e le sue valutazioni molto dure e circostanziate sulle forze politiche che la contrastano. Per non parlare della trasparenza, mai vista prima e con questa coerenza, sull’altra questione, altrettanto scabrosa, intorno agli episodi di pedofilia negli ambiti ecclesiastici. In quest’ultimo caso Muser coglie invece l’essenza di una delle encicliche più significative scritte da papa Francesco, la “Laudato si” che è molto più di una lettera pastorale sull’ambiente per divenire invece un grandioso affresco sul mondo. Dove scienza, società, politica, l’intero agire umano non sono più ambiti a se stanti ma convivono nella casa comune.

“Che è appunto oggetto dell’ecologia” scrive. Ed ecco pienamente recuperata la radice francescana del cattolicesimo più profondo e radicato. Una enciclica che riaffiora nell’adesione del vescovo all’ambientalismo territoriale altoatesino proprio in un momento di grave crisi delle risorse ma che si riallaccia al Cantico delle creature di S.Francesco. Dove l’uomo ispirato da Dio vede nel lupo “il suo fratello lupo” e come sorelle tutte le altre creature. La semplice firma di Muser a un modulo di adesione diventa un messaggio chiaro: il cristiano deve pensare alla sua anima ma, insieme, anche all’ambiente in cui vive. P.CA.













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