Ambiente

Porte aperte con il caldo, grandi catene nel mirino 

Il dibattito è aperto anche a Bressanone. L’assessore Natter: «Basterebbe il buon senso che non tutti hanno». L’Obmann dei commercianti: «Con le porte chiuse il rischio di perdere il cliente è del 30%»


Fabio De Villa


BRESSANONE. Dai 10 ai 12 gradi di differenza, o anche di più, fra l'interno e l'esterno dei negozi del centro di Bressanone e porte lasciate spalancate per “invogliare” il cliente ad entrare. Una spreco di energia tanto inutile quanto assurdo che ha scatenato le proteste di residenti e di una parte dei negozianti. Mentre a Trento si è deciso di chiudere le porte dei negozi per evitare sprechi, con multe fino a quasi 500 euro, a Bressanone la questione rimane aperta.

«Non esiste un regolamento sul tema – spiega l'assessore Peter Natter, referente per il clima e l'ambiente – A Bressanone la questione è sotto gli occhi di tutti, basta fare un giro in centro per capire che sono le grandi catene in franchising ad abusare di questa soluzione. Al momento non esistono regolamenti comunali per intervenire, ma è in arrivo una legge provinciale che regolamenterà la materia e che vieterà le porte aperte in presenza di aria condizionata o di riscaldamento perchè gli sprechi non piacciono a nessuno.

Ora come ora possiamo fare davvero poco se non le classiche raccomandazioni e chiedere una volta di più a negozianti locali e grandi catene di chiudere le porte delle loro attività. Mi sembra che in questo particolare periodo storico occorra applicare al quotidiano del semplice buonsenso. Il problema, lo ricordiamo, non si verifica solo con la bella stagione, ma anche con l'inverno, quando i negozi lasciano le porte aperte con il riscaldamento al massimo e temperature che fuori sfiorano lo zero.

Siamo tutti chiamati con minimi sforzi e cambiamenti nei nostri comportamenti e abitudini quotidiane a contribuire alla tutela del clima e dell'ambiente riducendo i consumi energetici e abbattendo le emissioni di Co2. Un appello quindi a tutti i commercianti affinchè facciamo la loro parte per il clima ed evitino in futuro inutili sprechi».

Una soluzione questa, che viene condivisa solo in parte dai commercianti: «Purtroppo è una questione nota – spiega il fiduciario dell'Unione Turismo e Servizi di Bressanone, Hans Peter Federer – Da una parte c'è chi vuole evitare sprechi e tutelare il clima, dall'altra chi vuole tutelare la sua professione e portare a casa i profitti dopo un periodo certo non facile per il settore come quello da poco passato. Trovandosi davanti a una porta chiusa, il rischio di perdere il cliente si attesta al 30%. Va detto che non tutti condividono questa soluzione, in particolare sono le grandi catene a imporre alle proprie commesse di utilizzare questo sistema».

Dibattito aperto anche a Bolzano, dove l'assessora Chiara Rabini vorrebbe da subito un'ordinanza per costringere i commercianti a tenere le porte chiuse se usano l'aria condizionata.













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