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«Aria condizionata nei negozi, a Bolzano chiudiamo subito le porte»

L’assessora Rabini chiede al sindaco di emettere un’ordinanza già per agosto: "Troppo spreco di energia". Ma Caramaschi è scettico: "Meglio aspettare la norma provinciale"



BOLZANO. «Basta con le ordinanze che lasciano il tempo che trovano e sono fonte di polemiche infinite. A breve entrerà in vigore la normativa provinciale che impone la chiusura delle porte dei negozi. Per chi non si adegua, scatteranno le sanzioni». Così il sindaco Renzo Caramaschi risponde all’assessora all’ambiente Chiara Rabini (verde) che invece chiede che venga emessa un’ordinanza con effetto immediato, visto che l’estate è ancora lunga e siamo appena all’inizio di agosto.

«È vero - ammette l’assessora - che per l’autunno ci saranno le norme attuative della legge provinciale che impone appunto la chiusura delle porte dei negozi, ma bisogna intervenire subito. Stiamo assistendo ad uno spreco enorme di energia, al quale si aggiunge un danno per l’ambiente, provocato dalle emissioni».

In realtà, in città, sono più d’uno i negozi che aderiscono alla campagna lanciata un paio di anni fa dal Comune che invita appunto ad evitare quello che succede oggi: porte spalancate con 35 gradi e più fuori; 25 o anche meno dentro grazie a condizionatori che vanno al massimo; in inverno, è viceversa: riscaldamento a tutta e porte aperte. La spiegazione di quella che appare come una scelta assurda e soprattutto costosa da ogni punto di vista: favorire l’ingresso dei clienti.

«Per le sanzioni - spiega Rabini - bisogna attendere che entri in vigore la normativa provinciale, ma il sindaco mi ha assicurato che comunque si fanno i controlli e i commercianti vengono invitati a tenere chiuse le porte. Chi non si adegua sono soprattutto le grandi catene che comunque qualche libertà di manovra l’avranno anche in futuro».

In che senso? «Nel senso che la normativa provinciale consente le “lame d’aria” che riducono lo spreco attuale di energia, ma non lo eliminano del tutto come io avrei auspicato».

L’unica speranza, a questo punto, è che alla fine le bollette sempre più salate di energia e metano possano essere più convincenti delle norme provinciali e relative sanzioni.













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