processo

Corruzione all'ospedale di Merano, otto patteggiamenti

Tangenti e appalti truccati per la fornitura di attrezzature sanitarie: coinvolti sei professionisti e due aziende, tutti hanno patteggiato 2 anni davanti al gup



BOLZANO. Otto patteggiamenti, ciascuno a due anni, davanti al gup di Bolzano: si è concluso così, oggi 6 ottobre, il procedimento giudiziario a carico di sei persone e due aziende che erano tutti rimasti coinvolti in una vicenda di tangenti e appalti truccati per forniture di materiale (monitor ed apparecchi sanitari vari) all'ospedale di Merano.

Si tratta di Roberto Lepore, 53 anni, responsabile tecnico dell'ospedale di Merano; Giorgio Celli, di Roma, 41 anni, dipendente di una società multinazionale estranea all'inchiesta; Enrico Labella, 45 anni, di Roma, direttore tecnico della multinazionale romana; Mauro Ceron 56 anni, libero professionista mantovano, amministratore di fatto della Heka srl, società con sede in provincia di Trapani; Andrea Cavallaro, 65 anni, tecnico dell'ospedale di Bolzano che, secondo l'accusa, faceva parte del "sistema" per pilotare le gare.

Nei guai anche Angelo Allegretti, 53 anni originario di Foggia ma residente a Trento, socio di un'azienda che si occupa di attrezzature sanitarie, considerato il trait d'union tra i fornitori romani e i tecnici altoatesini che, secondo l'accusa, avevano architettato un sistema per pilotare le gare d'appalto dell'Azienda sanitaria. Oltre a loro erano imputate anche le aziende Heja e Tecno Service srl.

Gli imputati erano accusati, a vario titolo e per differenti episodi, di associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d'asta, rivelazione del segreto d'ufficio, frode in pubbliche forniture e corruzione aggravata. I fatti contestati risalgono a un periodo che va dal 2016 al 2018, quando furono scoperti grazie ad una complessa indagine avviata inizialmente dalla Procura di Trento e poi trasferita a quella di Bolzano per competenza territoriale. 













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