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La transizione energetica è in Alto Adige

Successo del Forum del nostro giornale con aziende private, enti pubblici e Battiston. Cinque realtà altoatesine che da tempo cercano di trovare una strada in sintonia con l'ambiente: Gruppo Santini, Alperia, Cassa di Risparmio, Würth e trasporto pubblico locale della Provincia
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BOLZANO. Non siamo fatti per vivere a 60 gradi. In Brasile ci sono finiti per un paio di giorni ed è sembrato l'inferno.

Dunque? «L'anno scorso, per tutti i 365 giorni del 2023 siamo stati 1,5 gradi sopra il dovuto. E ogni grado in più significa aumentare di miliardi il prezzo della transizione che ci serve - spiega Roberto Battiston - per almeno frenare il cambiamento». Siamo messi male. Ma non così male da disperarci. La ragione? «Perché l'orologio climatico è il solo orologio che possiamo non solo frenare ma far tornare indietro. Spostare le lancette al contrario. Abbiamo i mezzi». Lo dice il fisico che guarda il cielo e conta che non ci caschi sulla testa. Non ci cascherà, come temevano i galli di Asterix, se solo ci muoviamo.

Ma subito. Battiston, già a capo dell'Agenzia spaziale italiana, mentre elencava gli strumenti per evitare il peggio - eolico, solare a bassi prezzi, lotta alla CO2, politiche responsabili - dialogando col direttore dell'Alto Adige Alberto Faustini, osservava la linea di fila delle nostre imprese più innovative, quelle che il cambiamento lo contrastano senza aspettare le regole europee, ma lo fanno perché è in questo modo che si garantisce non solo il futuro del pianeta ma anche il presente dei bilanci aziendali. Ed è così vissuto tra gli scenari disegnati sulla carta nei laboratori dalla scienza e quelli che applicano invece tutti i giorni gli imprenditori dell'Alto Adige che non aspetta, il secondo Forum dell'Alto Adige su economia e sostenibilità.

Ad un anno dal primo, sono apparsi più evidenti gli scenari che si stanno configurando ma anche più concrete le contromisure messe in campo per fare della transizione energetica anche una occasione di sviluppo sociale. Di democrazia applicata alla gestione del cambiamento.

Il forum "Economia e sostenibilità 2024": ecco chi c'era

Foto DLIFE

«Non possiamo più scaricare sugli altri il peso della transizione - ha avvertito Roberto Battiston - perchè gli effetti del cambiamento prima o poi arrivano a tutti». Deve essere la consapevolezza collettiva a far muovere le cose. E l'Alto Adige mostra di esserci. La sede del giornale era piena come un uovo ieri sera: volti di imprenditori e di dirigenti di associazioni, lo Stato, dal questore ai carabinieri, alla prefettura, la politica, col vicepresidente della giunta Marco Galateo, la finanza e le banche, i media. Tutto questo ha voluto dire una cosa: ci siamo.

Per un giornale che ha sempre raccontato le transizioni, ha detto tra l'altro Alberto Faustini, è ora la nuova sfida raccontare e spingere al dialogo su quella forse più importante. A raccontare questo passaggio, i vertici dell'Alto Adige che si è già mosso sull'asse della sostenibilità: Nicola Piazza ad di Würth, Mauro Santini Ceo del Gruppo Santini, Daniela Vitali di Cassa di Risparmio, Luis Amort a capo di Alperia e Martin Vallazza direttore della ripartizione mobilità della Provincia.

«Col 2032 - ha detto quest'ultimo - avremo il tunnel del Brennero e il possibile spostamento di molti transiti dall'A22 alla rotaia». Come pre con la nuova linea MeBo, l'elettrificazione delle Venosta e il piano clima provinciale che si interseca con quello della mobilità.

E le banche? Daniela Vitali ha raccontato l'avventura della sua Sparkasse che ha creato una intera dirigenza applicata al green, mette in campo sostegni per le imprese che vogliono "transitare" e riversa tutto questo anche sul benessere dei dipendenti - tra servizi e sostegni psicologici - senza dimenticare l'approdo all'energia sostenibile.

Poi Würth. «Stiamo configurando un orizzonte aziendale da meno 30% di e con forti incrementi di energia da fonti rinnovabili - ha annunciato Nicola Piazza - abbiamo edifici logistici che pescano dall'energia geotermica». E ancora la "foresta Würth": 14mila nuove piante immesse a passo Oclini per dare ossigeno ai 20mila ettari devastati da Vaia.

Per Mauro Santini, a sua volta, la transizione ha il volto di un preciso "bilancio di sostenibilità". Un termometro interno-esterno per misurare i progressi. E ancora l'immissione massiccia di impianti fotovoltaici nei capannoni della lavorazione dei rifiuti, lo svecchiamento del parco mezzi: «L' orizzonte vicino è il 70% a emissioni bassissime e l'uso del biocarburante», con al centro una politica aziendale che connette sociale, economia e energia.

Alperia poi, sta tutta dentro il pulito, dato dall'acqua del suo idroelettrico. Ma non basta: «Entro pochi anni puntiamo alla riduzione del 70% delle emissioni generali - ha annunciato Luis Amort - da infrastrutture e parco mezzi, puntando a investimenti per impianti green anche mettendo in conto la conflittualità con parti del territorio». Al centro delle strategie Alperia anche la diversificazione, connettendo anche eolico, fotovoltaico e biometano accanto all'idroelettrico.

L'unica criticità? La difficoltà nello stoccaggio dell'energia pulita, la scarsa possibilità di accumulo e conservazione. «Niente paura - ha risposto Roberto Battiston - una azienda italiana, con tecnologia italiana ha già un brevetto per accumulare energia per giorni». Ecco come, davanti alle sfide, si può reagire attaccando.