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GRUPPO SANTINI

La transizione energetica è un autentico investimento, la cui urgenza deve superare il timore dei costi

Al Forum Economia e Sostenibilità 2024 Mauro Santini, CEO del gruppo, ha evidenziato l’importanza del bilancio di sostenibilità quale strumento di misura e di una politica aziendale sinergica e proattiva



BOLZANO. Per il gruppo Santini la transizione energetica ha il volto di un preciso “bilancio di sostenibilità”. Un termometro interno-esterno per misurare i progressi aziendali, che sia foriero di stimoli laddove le pratiche siano deficitarie e di gratificazioni qualora il lavoro, in termini di sostenibilità, si riveli appagante e di successo.

«La transizione energetica – spiega Mauro Santini, amministratore delegato del gruppo – è un modo quotidiano di rapportarsi al lavoro e all’ambiente, oltre che di essere in sintonia con i nostri clienti e fornitori».

Un impegno lungo quasi 80 anni

D’altronde Santini è un’azienda che di ambiente si occupa da sempre. Fondata nel 1945, grazie all’intraprendenza e all’entusiasmo di Marino Santini, e successivamente portata all’odierno splendore dal figlio Sergio, Santini è nata come impresa leader nel recupero di metalli e rottami e si è evoluta con il tempo sino a diventare un vero e proprio punto di riferimento nel settore dei servizi ambientali, in Italia e all’estero. Senza tuttavia limitarsi mai soltanto a questo.

«Uno dei primi step per implementare il nostro impegno – prosegue Santini – è stato quello di dar vita al primo bilancio di sostenibilità della nostra azienda. La transizione energetica è un autentico investimento, la cui urgenza deve superare il timore dei costi to di valutazione e misura, che ci permette d’identificare i nostri punti di forza e di sopperire a quelli di debolezza, anche se preferisco chiamarli punti di miglioramento. Nel nostro caso, abbiamo ancora un buon margine di crescita per quanto riguarda ad esempio la sostenibilità dei mezzi di trasporto e la componente energetica generale dell’azienda».

Proprio su quest’ultimo fronte, Santini sta lavorando molto, con l’immissione massiccia di impianti fotovoltaici nei capannoni della lavorazione dei rifiuti. Ma al centro vi dev’essere sempre una politica aziendale capace di connettere la propria visione economica a quella sociale.

«Collaboratori e dipendenti sono più sensibili su questi temi rispetto a un tempo – dichiara Santini – ma il processo di consapevolezza e presa di coscienza è un percorso che ha bisogno di tempo, energia e tecnologia». La parola chiave che sembra dunque connettere questi tre aspetti è una soltanto: investimento. Investire tempo, investire risorse ed energie ed investire nella tecnologia, per migliorare e migliorarsi. «A volte i clienti fanno fatica a pensare alla transizione energetica in questi termini, – continua Santini – pensando piuttosto ai costi e temendone l’impatto. Occorre cambiare visione, guardare al futuro con coraggio e lavoro di squadra».

La nuova sede, in questo senso, vuole essere un vero e proprio simbolo di transizione e di coraggio. «Stiamo approntando per i nostri edifici due interventi distinti – precisa Santini – uno di riqualificazione, per quelle sedi già esistenti e ben funzionanti, e uno di progettazione compatibile ed ecosostenibile, per la nuova struttura che sta per nascere».

Altri obiettivi per il futuro

«Gli obiettivi che ci siamo posti per il futuro sono ambiziosi – dichiara Santini – ma i risultati ottenuti finora ci incoraggiano». Alcuni esempi: entro il 2030 tutta l’elettricità utilizzata nei processi aziendali verrà prodotta da fonti rinnovabili e il parco veicoli sarà costruito all’80% da mezzi euro 6, oltre che alimentato a biocarburante per il 50%. Inoltre, entro il 2050 Santini mira a diventare completamente neutrale dal punto di vista delle emissioni. «Quest’ultima è una variabile cruciale per aziende, enti e per l’intero ecosistema ambientale. – commenta Mauro – La cosiddetta “impronta di carbonio” stima infatti le emissioni in atmosfera di gas serra causate da un prodotto, da un servizio e da processi aziendali, e indica chiaramente all’impresa come e dove migliorare. Questo ci ha permesso di esaminare molto attentamente le nostre modalità di riduzione di tale impronta, partendo dal processo di logistica, sul quale stiamo lavorando alacremente al fine di convertire l’intera flotta con veicoli a basse emissioni e di passare, dove tecnicamente possibile, a combustibili alternativi come il biodiesel che ci permette di ridurre le emissioni stesse fino al 90%». Insomma, la transizione energetica, per Santini, non è una parola che passa facilmente di moda, ma ricca di contenuto e concretezza, oltre che di progettualità future.

Da sinistra: Andrea Santini insieme a Sergio Santini e Mauro Santini

 

IL GRUPPO

Le aziende che fanno parte del Gruppo Santini sono in tutto cinque. C’è Fratelli Santini, che svolge attività di raccolta, trasporto e deposito di rifiuti urbani, speciali, pericolosi e non, recupero metalli e carta da macero, oltre che rottamazione auto.

Santini Servizi è impegnata invece nella messa in riserva e riciclo di rifiuti speciali non pericolosi, mentre Reseco si occupa dell’eliminazione dei rifiuti da cantieri edili. Sul fronte dei servizi di consulenza ambientale ricordiamo Gestione Ambiente, mentre Eco Education promuove invece attività di formazione nel settore dell’ambiente. Un passaggio generazionale forte e virtuoso ha visto il testimone trasmettersi dal nonno ai nipoti, Mauro e Andrea Santini perpetuano un modello di gestione integrato, pragmatico e strettamente connesso al territorio e alle persone