Capacity market, Italia Solare e ambientalisti scrivono alla Ue



Quotidiano Energia - “Sospendere la verifica del meccanismo italiano di capacity market affinché sia possibile un confronto chiaro e trasparente con tutti gli stakeholder coinvolti sull’ultima versione” inoltrata a marzo a Bruxelles dal Governo, dopo l’integrazione sui limiti emissivi degli impianti. E’ questa la richiesta che Italia Solare, con il sostegno di Greenpeace, Legambiente e Wwf, ha rivolto alla Commissione europea in una lettera inviata all’esecutivo Ue lo scorso 11 aprile e anticipata nei suoi contenuti ieri da QE. Il documento, formalmente una “denuncia”, è stato spedito per conoscenza anche ai ministri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, Di Maio e Costa, al sottosegretario Mise, Crippa, e ai presidenti di commissioni parlamentari Ambiente e Attività Produttive della Camera, Benvenuto e Saltamartini, e Industria e Ambiente del Senato, Girotto e Moronese. A quanto appreso l’informazione a Governo e Parlamento è stata ufficializzata ieri, sottolineando anche la necessità di un maggiore impegno a supporto delle Fer. Tornando alla lettera di aprile a Bruxelles, disponibile in allegato, le associazioni sollecitano la Commissione affinché faccia inoltre richiesta all’esecutivo italiano di mettere a disposizione del pubblico il nuovo testo sul capacity market utilizzando procedure AIR (Analisi di Impatto della Regolazione) “che lo rendano comprensibile, in modo da consentire a soggetti terzi di presentare le proprie osservazioni nella fase istruttoria della Commissione Ue”, sottolineano Italia Solare, Greenpeace, Legambiente e Wwf in una nota congiunta diramata oggi. Il mancato ricorso alla procedura AIR, si legge nella lettera alla Ue, “ha avuto come più evidente ripercussione il fatto che è mancata una schematizzazione e spiegazione semplificata del meccanismo e dei suoi effetti positivi e negativi e questo ha circoscritto sostanzialmente il contraddittorio sul meccanismo ai soli soggetti che non necessitavano di spiegazioni in quanto si avvantaggeranno dello stesso”. Per i consumatori, i cittadini e le piccole e medie imprese “che dovranno pagare i costi di questo meccanismo è stato impossibile capirne il funzionamento”, aggiunge la lettera. Per Italia Solare, Greenpeace, Legambiente e Wwf “la consultazione dovrebbe essere completamente ripetuta anche sulle parti già oggetto di analisi della Commissione in modo da consentire l’invio di osservazioni alla stessa Commissione anche ai soggetti non interessati dagli effetti incentivanti del provvedimento per i suoi impatti indiretti sull’ambiente sulle bollette e sullo sviluppo delle rinnovabili”. Il capacity market può essere importante per il corretto funzionamento del mercato elettrico, commentano le associazioni nel comunicato stampa, “ma deve essere formulato in condizioni di trasparenza ed equità rispetto alle varie fonti di energia, rinnovabili comprese, tenendo in considerazione anche gli sviluppi tecnologici, quali la capacità di accumulo elettrochimico e gli impianti idroelettrici a pompaggio alimentati da fonti rinnovabili”. A tale proposito, riassume la nota, nella lettera si rimarca che “alla domanda, agli stoccaggi e alle fonti rinnovabili non programmabili sostanzialmente non è permesso a regime di rendere con una disciplina consolidata e a regime servizi e partecipare al mercato della flessibilità (ancillary markets MSD and MB)”. La mancanza di una normativa a regime per la partecipazione della generazione distribuita al mercato della flessibilità (MSD e MB) contribuisce a ridurre la flessibilità e la capacità di risposta del sistema. Si ritiene”, continuano le associaizoni, “che la soluzione debba essere individuata nel permettere la partecipazione della generazione distribuita agli ancillary markets e non nel ridurla con il mercato della capacità”. Nella “denuncia” a Bruxelles si evidenzia inoltre che “la totalità delle criticità denunciate sono state create dalle politiche adottate”. Di contro, continua la lettera, “oggi viene proposto di incentivare la costruzione di nuovi impianti a fonti fossili per il fatto che manca capacità e flessibilità, quando la capacità manca perché si sono bloccati nuovi impianti a fonti rinnovabili e la flessibilità manca perché si sono congelati i meccanismi di partecipazione della domanda e della generazione distribuita agli ancillary markets e al mercato infragiornaliero”. La soluzione ai problemi segnalati, si sostiene sempre nella lettera, “non può che essere in primo luogo lo sblocco della costruzione di impianti a fonte rinnovabile, normativa a regime per la partecipazione al mercato della flessibilità, la sospensione di qualsiasi politica che distorce il mercato e lo stimolo a fare investimenti sulla base dei segnali di mercato”. Solo dopo l’adozione di tali regole, conclude la lettera, “sarà possibile valutare se e in quale misura un mercato della capacità sia necessario”. Sul punto, come già evidenziato ieri da QE, nella lettera di Italia Solare poi condivisa dagli ambientalisti, si definisce infine inopportuna l’approvazione di un meccanismo di capacity market “immediatamente prima della pubblicazione delle nuove regole del Regolamento mercati che disciplineranno proprio il mercato della capacità, definendo in dettaglio la sua natura di ultima istanza”. Non sono chiari ancora gli effetti di questa “denuncia”, ma di certo è un’ulteriore complicazione per il cammino accidentato del capacity market.









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