Nucleare, Tribunale Ue: “Leciti gli incentivi UK”



Quotidiano Energia - “Data la mancanza di strumenti finanziari reperibili sul mercato e di altri tipi di contratto che permettano di far fronte ai notevoli rischi a cui sono esposti gli investimenti nel settore nucleare, un intervento dello Stato era necessario per creare, in tempo utile, nuovi reattori”. E’ la principale motivazione con cui il Tribunale Ue ha confermato oggi la decisione con cui la Commissione europea ha approvato nel 2014 gli incentivi concessi dal Governo britannico alla centrale nucleare di Hinkley Point C. Respingendo il ricorso presentato tre anni fa dall’Austria, i giudici del Lussemburgo hanno confutato l’argomento di Vienna secondo cui promuovere l’energia nucleare non costituisce un obiettivo di “comune interesse” idoneo a giustificare un aiuto, poiché “non si deve trattare necessariamente di un interesse di tutti gli Stati membri o di una maggioranza di essi”. Pertanto, la Commissione ha correttamente ritenuto che il Regno Unito avesse il diritto di definire lo sviluppo del nucleare come obiettivo pubblico, sebbene tale obiettivo non sia condiviso da tutti gli Stati membri. La promozione dell’energia nucleare, e in particolare l’incentivazione di nuovi reattori, è peraltro prevista da Euratom, mentre il trattato Fue assicura il diritto di ciascun membro Ue di scegliere le fonti energetiche che preferisce. Per quanto riguarda la proporzionalità degli aiuti in questione, il Tribunale rileva che “l’Austria non è riuscita a confutare le conclusioni della Commissione secondo cui era irrealistico sperare di poter costruire, nello stesso lasso di tempo previsto per la costruzione di Hinkley Point C, un volume equivalente di installazioni per la produzione di energia eolica, data la natura intermittente di tale fonte”. La sentenza del Tribunale ricorda che gli aiuti concessi dal Regno Unito a Nnb Generation, la società controllata da Edf per la realizzazione e gestione della centrale Epr nel Somerset che dovrebbe entrare in funzione nel 2023, si suddividono in tre categorie: un “Contract for Difference (CfD) da 92,5 £/MWh per garantire la stabilità dei prezzi di vendita della produzione elettrica, un indennizzo in caso di chiusura anticipata della centrale per ragioni politiche e una garanzia di credito sulle obbligazioni che saranno emesse da Nnb Generation per finanziare la centrale. Nel complesso, gli incentivi costeranno ai contribuenti britannici circa 130 miliardi di euro in 35 anni. Nel corso del procedimento, il Lussemburgo è intervenuto a sostegno dell’Austria, mentre Cechia, Francia, Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e UK hanno sostenuto la Commissione.  









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