Progetti di interesse comune Ue, via libera dell’Europarlamento



Quotidiano Energia - Luce verde alle 32 iniziative nel settore gas contenute nella quarta lista dei Progetti di interesse comune europei (Pci), adottata lo scorso ottobre dalla Commissione Ue e ora al vaglio dell’Europarlamento. La commissione Industria ed Energia di Strasburgo (Itre) ha respinto infatti a larga maggioranza (54 voti contrari e 17 favorevoli) una mozione di 19 europarlamentari verdi, liberali e della sinistra che prevedeva la bocciatura della lista.? In particolare, la mozione chiedeva alla Commissione di riscrivere il regolamento delegato contenente la lista cancellando tutti ii progetti legati ai fossili. Una mozione del tutto simile sarà presentata adesso alla plenaria dell’Europarlamento in programma a febbraio, ma è estremamente improbabile un voto dell’aula diverso da quello della Itre. La quarta lista dei Pci include un totale di 151 progetti. Tra questi i gasdotti Italia-Malta, i vari tratti del Southern Gas Corridor (Tcp, Scpfx, Tap, Adriatica Line, Matagiola-Massafra), la condotta tra Ungheria (Nagykanizsa) e Italia (Gorizia) via Slovenia, l’EastMed dall’offshore di Cipro alla Grecia via Creta con il collegamento all’Italia Poseidon. Tra i Pci anche il potenziamento dell’oleodotto Tal da Trieste a Ingolstadt. La bocciatura della mozione contro la lista Pci è stata aspramente criticata dagli ambientalisti. “Queste nuove infrastrutture per il gas fossile si aggiungono a una rete di gasdotti europea già ben diversificata e sono incompatibili con il Green deal e destinate a diventrare stranded asset a spese dei consumatori e del clima”, ha commentato Friends of the Earth Europe. Secondo uno studio commissionato dalla European Climate Foundation ad Artelys, pubblicato alla vigilia del voto della Itre, i 32 progetti gas della quarta lista Pci, che comporteranno un investimento complessivo di 29 mld €, “non sono necessari” poiché aggiungeranno una capacità di 338 GW ai 2.000 GW di gasdotti e terminali Gnl esistenti, a fronte di una domanda di gas che per raggiungere gli obiettivi energetici e climatici al 2030 dovrà scendere dai 415 mld mc del 2015 a 297 mld mc nel 2030. Lo studio Artelys e la mozione respinta dalla Itre sono disponibili in allegato sul sito di Quotidiano Energia.









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