Sogin, deposito scorie nucleari sarà più avanzato di tutti



ROMA - "Il nostro deposito nazionale, quando ci sarà, sarà il più avanzato di tutti sia in termini tecnologici che procedurali che organizzativi". Lo afferma Fabio Chiaravalli, direttore Deposito nazionale e parco tecnologico di Sogin (la società di Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani, della gestione dei rifiuti radioattivi, e che ha il compito di localizzare, realizzare e gestire il deposito nazionale), nel corso del convegno ad hoc organizzato dall'Associazione italiana nucleare (Ain). "Nessuno dei siti di stoccaggio di rifiuti radioattivi presenti ora sul territorio - osserva Chiaravalli - potrà mai essere definitivo. Questo assioma non funziona". All'interno del deposito, ricorda Chiaravalli, "ci saranno circa 95 metri cubi di rifiuti: 78 mila a bassa radioattività che saranno smaltiti fino all'abbattimento nel deposito; 17 mila ad alta attività che saranno conservati in contenitori specifici in attesa delle scelte sul deposito geologico. Di tutti i rifiuti, il 60% sono energetici, sia quello rimane delle vecchie centrali e quello che deriva dalla produzione dei combustibili, il 40% da fonti non energetiche, essenzialmente da medicina, ricerca, industria". Presentando una planimetria concettuale del deposito - spiega Chiaravalli facendo presente che "non si tratta del layout del progetto" - emerge che "l'intera superficie dovrebbe essere di circa 150 ettari", suddivisa in 7 zone e una parte dedicata al parco tecnologico. La zona 1 per circa 10 ettari dovrebbe esser dedicata allo smaltimento dei rifiuti a bassa radioattività, la zona 2 sempre per circa 10 ettari al deposito temporaneo dei rifiuti a alta attività. Il resto della superficie sarà occupata da impianti a servizio delle attività, con accanto il parco tecnologico per ricerca avanzata nazionale e internazionale.









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