Il duello sull'acqua fra Veneto e Trentino

Fiume Adige con portata minima



Si sta aprendo uno scontro fra Veneto e Trentino. Uno scontro che fino a qualche anno fa non avremmo neppure potuto immaginare. È uno scontro sull’acqua. Il Veneto vuole acqua dal Trentino, la pretende, batte i pugni, perché l’agricoltura soffoca, il mais brucia. Il Trentino, con flemma, risponde sì, certo, arriverà se ne avremo abbastanza, non ve la faremo mancare. E il Veneto replica: datecela subito, non state a cincischiare, rispettate la legge. E il Trentino di rimando: ehi, usatela meglio, ne succhiate troppa. Ma qui si apre una partita di oggi e del futuro.

Sì, sull’acqua si è aperta una partita che ci mette in guardia su una serie di questioni.

La prima è il clima.
È vero che - come dicono i tecnici, nonché gli assessori coinvolti (Mauro Gilmozzi per il Trentino, Gianpaolo Bottacin per il Veneto) - le crisi idriche sono cicliche, ogni cinque-sei anni ne capita una. Eppure sembra che le situazioni di difficoltà si acuiscano, che le risorse vadano a scarseggiare sempre più e che, insomma, il clima non sia proprio dei migliori se i ghiacciai (e in Trentino lo sappiamo benissimo) si continuano a ritirare.

La seconda è il rapporto con i vicini.
In questa battaglia dell’acqua, il Veneto attacca pesantemente. Bottacin ha affermato che l’agricoltura è in pesante sofferenza e che c’è una norma dello Stato, il decreto legislativo 152 del 2006 all’articolo 167, che stabilisce le priorità e che dopo l’acqua potabile si deve pensare alle campagne. E lo dice perché ritiene che il Trentino non possa trattenerlo per l’uso idroelettrico e per i suoi laghi, ma debba prima contribuire al buon andamento dell’agricoltura. Il Trentino sostiene di aver sempre fatto la sua parte e che anche i rilasci dell’Adige sono stati sostanziosi soprattutto dopo Pasqua. Eh certo, risponde il Veneto, per forza, il giorno di Pasqua avevamo appena una portata di 18 metri cubi al secondo a Boara Pisani contro i cento metri cubi necessari per l’acqua potabile. Abbiamo intrapreso vie d’urgenza e Trento ha riportato il livello a cento metri cubi. Ma per l’agricoltura, adesso, servirebbe una quantità almeno quattro volte superiore. Trento risponde seccata che quando ha fatto i rilasci alla fine gli effetti non sono stati all’altezza delle aspettative perché lungo il percorso l’acqua veniva già succhiata per usi agricoli. E che adesso acqua ce n’è ben poca, anche per i laghi trentini. Ma il Veneto insiste: avete usato male l’acqua: con l’idroelettrico, anziché farne riserve. E il Trentino contrattacca: attenzione, perché fate un uso agricolo spregiudicato, non per sostanze alimentari ma anche per fare colza per trarne carburante. Apriti cielo: il tono si fa sempre più duro. E il Veneto dice: c’è un Testo Unico sull’ambiente che è superiore all’Autonomia. E il Trentino non è da meno e chiede al ministero di affrontare direttamente la questione, non per l’oggi, ma per il futuro. Insomma, la partita fra Veneto e Trentino non è delle più serene. E si apre quindi anche il nodo dei rapporti fra vicini. Dove fa capolino anche la cattiva fama di cui gode la nostra Autonomia. Occorrerà gestire questa partita con grande sagacia, non solo rispondendo tono su tono,ma cercando un dialogo vero.

La terza questione riguarda lo scenario sulla scarsità delle risorse.
Se questo è un anticipo di ciò che ci attende nei prossimi anni, in questo ventunesimo secolo, beh, siamo messi maluccio. Il Trentino - coinvolgendo il ministero - ha chiesto che la partita dell’acqua venga affrontato sul medio-lungo termine, perché il “gioco” delle emergenze non va più bene. Su questo il Trentino ha certamente ragione. La questione è strategica. E non si può giocare con l’ideologia nimby-leghista “prima ai nostri”: senza solidarietà fra territori non si può costruire alcun futuro. E quindi la partita riguarda l’uso responsabile dell’acqua.

La partita si è già aperta. Se rimarremo fermi a logiche di quantità perderemo tutti. Ecco, dietro la siccità di questi giorni c’è anche il futuro dei nostri figli.













Altre notizie

Attualità