l'omicidio

Agitu tentò di difendersi dal suo assassino

Consegnato alla Procura l’esito dell’autopsia: fatale per la pastora etiope un colpo di martello al cranio



TRENTO. Sul corpo di Agitu Ideo Gudeta, l'imprenditrice etiope uccisa da un suo collaboratore nella sua abitazione di Frassilongo, in val dei Mocheni, il 29 dicembre scorso, sono stati rinvenuti dei segni, in particolare al volto e alle mani, che indicherebbero un tentativo di difesa. Lo ha rivelato l'esito dell'autopsia, depositato nei giorni scorsi in Procura a Trento, che è stata eseguita all'istituto di Medicina legale di Verona.

Per l'omicidio della donna si trova attualmente in carcere Adams Suleiman, 32 anni, ghanese, che lavorava come pastore nell'azienda agricola di Agitu, La capra felice. Poche ore dopo il ritrovamento del corpo della donna, Suleiman, sul quale erano subito ricaduti i sospetti, aveva confessato spiegando che il delitto era maturato a causa di una mensilità non corrisposta.

Secondo quanto emerso dai rilievi autoptici, ad essere letale per la vittima sarebbe stato un colpo inferto con molta violenza al cranio, presumibilmente con un martello che si trovava dietro il termosifone della camera da letto di Agitu, dove è avvenuto l'omicidio. Le lesioni avrebbero provocato rapidamente un'emorragia, che non ha poi lasciato scampo alla donna.

Ecchimosi ed altre piccole lesioni sono state però riscontrate in altre parti del corpo, segno, probabilmente, che ci sarebbe stata una colluttazione con un tentativo di difesa da parte della vittima. 













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